In questa guida mettiamo a disposizione alcune informazioni utili su come capire il cane.
I comportamenti di una specie comprendono sia azioni involontarie che azioni volontarie, di quest’ultime si possono distinguere quelle innate e quelle apprese. Le azioni si dicono involontarie quando si manifestano in modo indipendente dalla volontà dell’animale. Proprio per questo sono assimilabili alle regole del condizionamento classico introdotto da Pavlov, che prevede l’apprendimento di un comportamento da parte dell’animale secondo un processo basato su riflessi o sulla relazione stimolo-risposta. Questo tipo di condizionamento è opposto a quello denominato “operante”, che invece scaturisce da un processo che si basa invece sulla relazione risposta-conseguenza. Le azioni involontarie sono quindi legate alla sfera delle emozioni, per cui provocano da parte dell’animale reazioni di tipo neurovegetativo. Per esempio, una produzione maggiore di saliva può essere causata dal mostrare al cane un bel pezzo di carne: si tratta di un’azione involontaria, ovvero non condizionata, da parte dell’animale verso uno stimolo ben specifico. Le azioni volontarie invece, che siano innate o apprese, si basano su una scelta attiva da parte dell’animale. I comportamenti innati non hanno bisogno di essere “educati”, quelli appresi invece derivano proprio dall’assunzione e dal consolidamento di una certa azione: per esempio, è innato il comportamento materno, mentre è parzialmente appreso il rispetto della prole nei confronti del genitore. Tra i due tipi di comportamenti però il confine è labile, per cui non è detto che si possano ben distinguere i comportamenti innati da quelli acquisiti: la caccia, per esempio, non si basa solo sull’istinto di doversi nutrire ma anche sulle capacità apprese proprio durante la stessa attività di predazione.
Naturalmente il comportamento non ha a che fare con il linguaggio degli animali. Il linguaggio, infatti, è formato da tutti quei segnali e stimoli che l’animale emette e che vengono ricevuti da destinatari di specie uguale o diversa dalla sua. A seconda quindi di chi riceve il messaggio, si può parlare di linguaggio intraspecifico o interspecifico. Il comportamento non prevede che si instauri una relazione biunivoca tra mittente e destinatario del segnale in quanto il cane non ha bisogno di un’altra presenza con cui interagire perché esibisce lo stesso un certo comportamento a prescindere dall’esistenza di un soggetto destinatario.
Esistono diversi modelli che possono instaurarsi tra cane e padrone, il primo dei quali e più comune è il modello gerarchico, che definisce proprio quale sia il ruolo che spetta a entrambi. Il modello etologico invece prende in esame soprattutto il contesto e le quattro fasi del comportamento dell’animale, differentemente il modello behavioristico bada a quali siano gli effetti di un determinato comportamento. A prendere in esame gli stati emozionali e gli umori del cane è invece il modello psicologico, mentre quello biologico bada a quelli che sono i suoi bisogni e le sue necessità primarie. Poiché un cane è spesso inserito in più di un ambiente familiare, può essere utile per comprenderne il comportamento sia il modello sistemico, che introduce l’animale nel “sistema famiglia”, che il modello filosofico, che invece pone l’accento sulla teoria del gioco all’interno della quale il rapporto cane-uomo dovrebbe uscirne vincente.
Le azioni involontarie del cane sono manifestazioni organiche dirette in quanto si tratta di reazioni di tipo neurovegetativo che l’animale ha nei confronti di un determinato stimolo. Questo stimolo, quindi, causa evidenti alterazioni metaboliche nell’animale, come tachicardia, dispepsia, ptialismo, diarrea o minzione emotiva: queste sono tra le più diffuse e immediate reazioni che un animale possa avere vedendo o annusando qualcosa. Si tratta di azioni che causano un forte stress nell’animale, ma proprio questo stress lo induce ad adattarsi momentaneamente al contesto.
Indice
Comportamento del cane: le differenze rispetto al lupo
Molto spesso si tende a confrontare il comportamento del cane con quello del lupo, suo antenato. È vero che tra le due specie esistono ancora diverse somiglianze, ma il cane con il tempo è andato assumendo caratteristiche non solo morfologiche ma anche attitudinali che lo allontanano molto da quelle del lupo. Il cambiamento subito dal cane nel corso dei secoli è da imputare sia all’addomesticamento che alla selezione artificiale operata dall’uomo: se il primo ha causato il mutamento di una specie in un’altra più idonea, la selezione invece ha permesso di individuare e mantenere determinate qualità e a trasmetterle a gruppi omogenei di soggetti. Quindi in confronto allo stato brado in cui è rimasto il lupo, il cane ha assunto nuovi modi di comunicare e agire rispetto al suo progenitore.
Ogni tipo di comportamento che un animale assume ha lo scopo di arrecargli un immediato beneficio. Ciò è dovuto all’istinto di autoconservazione che è particolarmente forte in qualsiasi specie animale, anche nell’uomo, e che rappresenta una delle pulsioni fondamentali di un animale. Le altre pulsioni sono l’aggressività e l’accoppiamento: la prima serve a difendere se stessi e ciò che si possiede, la seconda è necessaria per il naturale proseguimento della specie. Quando si vanno ad analizzare i comportamenti di un cane quindi devono essere presi in considerazione anche altri fattori quali il contesto, la risposta e la conseguenza della stessa. Il contesto provoca una determinata azione da parte del cane e può essere intrinseco, se si tratta di appagare un bisogno necessario tipo la fame con la ricerca di cibo, ed estrinseco se invece è legato all’ambiente circostante e si manifesta visivamente, come può essere l’individuazione di una preda che mette in moto automaticamente la sequenza della caccia. Il contesto quindi è lo stimolo o il segnale, ovvero un evento che causa nell’animale una reazione consequenziale che attraversa quattro fasi fondamentali, ovvero l’inizio, la realizzazione, l’interruzione e la non riproposizione.
Risposte alle Domande più Comuni
Alcune volte, prima di assaporare il pasto, il cane spinge la ciotola con il muso. Perchè?
La tendenza del cane a spingere la ciotola si manifesta quando l’animale non ha terminato di assaporare il suo pasto e, non volendo gettare, il cibo gradirebbe metterlo da parte per poi mangiarlo in un altro momento della giornata. Dietro questo comportamento si nasconde un riflesso innato dei cani: quello, cioè, di scavare un buco nel terreno per dormire, per proteggersi dal freddo o, appunto, per nascondere alcuni avanzi di cibo. Se il cane spinge la ciotola con il muso, forse la razione di cibo era troppo abbondante.
Perchè il cane alza la zampa quando lo portiamo a passeggio?
Si tratta di un atteggiamento di sfida che l’animale domestico assume nei confronti del padrone. Alzando spesso la zampa durante la passeggiata, infatti, il cane sta comunicando al padrone che è lui che comanda e dirige il passo. Per questo motivo, nel caso in cui gli si impedisca di tirare il guinzaglio durante la passeggiata, l’animale crede che lo state sfidando, e questo non gli piace. Per evitare la continua alzata di zampa, acquistate un guinzaglio nuovo munito di avvolgitore. In questo modo, non userete forza e il cane dovrebbe abbassare la zampa.
Perchè il cane mette il muso tra le gambe delle persone che arrivano in casa?
Si tratta di un gesto di pura cortesia canina che rientra a pieno regime nelle regole dei cani. È sufficiente osservare due cani che s’incrociano per strada per capire come le presentazioni passino attraverso una scrupolosa investigazione anale-genitale.
Perchè il cane diventa nervoso dopo aver ricevuto un osso?
L’osso per il cane è il piatto forte del menù e, in quanto tale, va custodito gelosamente per consumarlo al momento più opportuno. A differenza del cibo che riceve nella ciotola, infatti, l’osso può essere spostato da una zona all’altra della casa e – di conseguenza – il cane può decidere di portarlo con sè o di custodirlo in un luogo che considera sicuro. Per questi motivi il cane non riesce a stare fermo e gira per la casa alla ricerca di un nascondiglio sicuro. Una volta che l’ha trovato, impedirà a chiunque di avvicinarsi al suo rifugio.
Perchè, nonostante tutti i giochi per cani che avete acquistato, continua a divertirsi solo con pantofole, bottoni, tappi e oggetti vari del padrone?
Potete comprargli tutti i giochi del mondo, ma ciò di cui ha realmente bisogno il vostro cane è di un compagno di giochi. Il cane si rende conto che quando utilizza i suoi giochi nessuno fa attenzione a lui. Se, invece, si impossessa di un oggetto che vi appartiene e al quale tenete molto, lui sa che cercherete di riprendervelo, giocando in questo modo con lui.
Esercizi per Capire Meglio il Proprio Cane
Come si fa, dunque, a “mettersi nei peli del cane?” Prima di tutto, occorre considerare il cane per quello che è: non è una nostra estensione che deve soddisfare i nostri bisogni o capricci. I cani sono esseri senzienti con una loro ricca e intensa vita emotiva.
Come e più di noi, vivono una vasta gamma di emozioni, dalle semplici (paura, gioia, eccitazione) alle più complesse (imbarazzo, disgusto, ansia), che possono avvicinarsi a quello che chiamiamo sentimento: un’emozione che, condivisa e rivolta a una persona o a un ambiente di vita, diventa duratura e si stabilizza in un legame forte con un altro essere vivente. Fino a poco fa si riteneva il sentimento esclusivo appannaggio degli esseri umani.
Le emozioni sono per definizione più forti del ragionamento: sono “calde”, mentre quest’ultimo è “freddo”. Le emozioni possono anche essere suscitate intenzionalmente per ottenere certi risultati comunicativi, come fanno gli attori e i professionisti della comunicazione, dell’arte o dell’insegnamento.
Quando si voglia influenzare altre persone spingendole verso un certo comportamento non basta limitarsi a spiegare loro i vantaggi che possono ricavare assumendo quell’atteggiamento o compiendo particolari azioni. Il nostro comportamento è guidato più dall’emozione che dalla razionalità.
Lo dimostrano, fra l’altro, il potere che esercitano sulla nostra vita la pubblicità e la televisione, basate entrambe sulle immagini, il cui impatto sulla sfera emotiva è più forte di quello dei concetti espressi in forma scritta. Allo stesso modo, nella relazione con il cane possiamo e dobbiamo “utilizzare” tutte le nostre capacità e potenzialità emozionali ed espressive per costruire un rapporto sano ed equilibrato.
L’amore che proviamo per il nostro animale ci richiede di essere coscienti del ruolo di riferimento che ricopriamo per lui. Deve essere un “amore maturo”. Se giochiamo, camminiamo o corriamo con il cane, ricordiamoci che impara sempre da noi ogni attimo. Il gioco e l’attività fisica svolta insieme nel divertimento sono i migliori momenti per insegnare comportamenti utili e corretti al cane.
Al contempo, ricordiamoci che a nostra volta possiamo imparare da lui a vivere meglio con gli altri. Per risvegliare le nostre emozioni e per comprendere le sue, possiamo provare a rispecchiarci in quelle che provano i nostri amici a quattro zampe.
Ecco alcuni esercizi da provare. Alcuni sono “giochi di ruolo” che si fanno in gruppo per immedesimarsi nel cane e comprendere cosa possa sperimentare in alcune situazioni che invece diamo per scontate senza riflettere sull’emozione che possiamo fargli provare. Sono solo alcuni esempi di un approccio completamente nuovo che ritengo necessario per rispettare ed esaltare la natura del cane invece di appiattirlo in modo miope sulle nostre esigenze e aspettative.
Al guinzaglio
Proviamo a farci mettere un guinzaglio da un amico e a girare così trattenuti! Che cosa proveremo? Il disagio è inevitabile anche se non veniamo strattonati. Provandolo sulla nostra pelle, comprenderemo meglio come il guinzaglio possa invece essere anche uno strumento di comunicazione.
Ad esempio, il cane non va tirato subito appena gli abbiamo messo il guinzaglio. Dobbiamo lasciarlo un attimo in pace e poi piano piano possiamo cominciare a muoverci insieme. Altrimenti non può comprendere una cosa così assurda e illogica (secondo i suoi semplici ma naturali criteri): lo leghiamo, e immediatamente dopo lo obblighiamo a muoversi! Che follia, penserà!
L’ordine incomprensibile
Una persona è in piedi e tante altre entrano nella stanza e cominciano a urlare in un’altra lingua arrabbiandosi e pretendendo che noi comprendiamo subito quello che vogliono dirci. È lo stesso che facciamo spesso con il cane: pretendiamo che ci obbedisca senza spiegargli il perché… e ci arrabbiamo!
Solo come un cane
A turno, si manda una persona del gruppo fuori dalla stanza in cui si svolge l’incontro, senza spiegargli il motivo e senza dirgli se e quando tornerà con gli altri. In questo modo si sperimenta che cosa rappresenta l’isolamento per il cane: una vera e propria punizione. La persona scelta per questo gioco può intuire che si tratta di una simulazione, ma prova disagio ugualmente: possiamo immaginarci che cosa prova il cane, il quale certo non può sapere perché lo lasciamo solo.
A quattro zampe
Un’altra tecnica è far mettere una persona carponi affinché comprenda le difficoltà visive del cane e le differenze rispetto al modo in cui noi guardiamo. La persona è invitata a stare ferma, alzando la testa senza poter sollevare le braccia, per guardare qualcosa che si porta in mano e che lui deve cercare di prendere.
Si sposta l’oggetto facendo così girare la testa alla cavia, che potrà così percepire che noi umani, in piedi, abbiamo una visione migliore rispetto al cane. Stando a quattro zampe non si riesce ad alzare bene la testa. Il cane ha una visione binoculare come l’essere umano; la sua testa ha un’escursione laterale molto accentuata e riesce quasi a toccarsi la spalla col fianco, ma fatica a guardare soprattutto all’indietro e verso l’alto. Ma noi cerchiamo di fargli fare proprio quello! Il cane deve starci di fianco, quindi dobbiamo fargli vedere le cose di fronte e di fianco: per vedere in alto e all’indietro deve per forza sedersi.