Circa ventimila anni fa, in un luogo non del tutto ben identificato un gruppo di animali selvatici si apprestavano a diventare i migliori e più importanti alleati della razza umana. Il primo protagonista di questa storia non era un cane come quelli di oggi, naturalmente. Secondo alcuni studiosi poteva trattarsi di un lupo, oppure di uno sciacallo, o ancora di una razza oggi estinta di cane selvatico. Tanto per intenderci, comunque, lo chiameremo con il nome cane perchè è da questo animale che derivano gli attuali amici dell’uomo. La prima mossa, il primo messaggio che portò allo stabilirsi del rapporto partì probabilmente dal cane. Dobbiamo immaginarci tribù di primitivi cacciatori e intorno, forse anche un po’ attirate dai rifiuti dei pasti, mute di cani selvatici. Molti di questi carnivori saranno stati uccisi dai cacciatori, ma forse qualche cucciolo sarà riuscito a salvarsi.
Rimasto solo e raccolto dagli uomini, l’animaletto riuscì, con i suoi segnali infantili a far nascere in esso un comportamento di adozione. A questo punto, scattò anche un altro meccanismo, quello dell’imprinting, l’istinto e la predazione. Il cucciolo non ebbe paura della specie umana, anzi, classificò gli uomini come membri della propria specie e si inserì in pieno nella famiglia umana. I cuccioli dell’uomo diventarono i suoi fratelli, il padrone il capobranco. Il legame che si stabilì fu di profondo e imperituro affetto, e di collaborazione con le attività del gruppo: così è nato il cane domestico, con le sue principali specialità di cacciatore, pastore e guardiano, e con la sua insostituibile caratteristica di fedele compagno dell’uomo.
Indice
Le origini del cane
Molto probabilmente i primi cani della storia del mondo vissero in Europa e nella parte centrale degli Stati Uniti. Si trattava dei Cynodictis, una specie particolare della schiera dei Canidi che oggi non esiste più. I Cynodictis erano molto diversi rispetto ai Canidi che oggi conosciamo; questi, infatti, erano molto più simili ai lupi che agli attuali cani ed erano vicini, per caratteristiche e struttura fisica, anche agli sciacalli per via delle zampe massicce e del muso grosso e schiacciato.
Agli inizi dell’Ottocento l’uomo cominciò a guardare il cane come soggetto di allevamento e, a partire dalle inclinazioni naturali del lupo, esasperandole o affievolendole, grazie alla selezione naturale e poi a quella artificiale, furono sviluppate le tipologie che rivelano tutt’oggi le diverse attitudini naturali che il cane possedeva, come la caccia, la capacità di riunire i greggi di animali selvatici, il fare la guardia agli accampamenti e combattere al nostro fianco durante le battaglie. In duecento anni di allevamento e selezione si è arrivati oggi ad un’iperspecializzazione delle razze, per cui al cane oggi, non viene più solo chiesto di fare la guardia, di difenderci e di essere validi ausiliari nella caccia o di fare compagnia, ad essi oggi spettano compiti quali di guida e assistenza per disabili, di soccorso tra macerie e valanghe, vengono inoltre impiegati dalla polizia e dai carabinieri, e come sostegno psicologico durante alcune terapie mediche…
Se inizialmente i cani furono allevati e selezionati per le loro attitudini e facoltà, è negli ultimi duecento anni che si è cominciato ad allevare in base alla taglia, al colore e al pelo. La distinzione che inizialmente si faceva nella scelta dei soggetti si basava sui requisiti e le necessità che un determinato stile di vita e certe condizioni geografiche e economiche richiedevano. La stesura degli standard di razza risale circa alla metà dell’Ottocento, quando furono introdotte anche le prime esposizioni di bellezza, e la loro comprensione è indispensabile per conoscere tutti gli aspetti dell’utilizzo di una razza nel momento in cui è stata selezionata. Le angolazioni allora servono per una maggiore ampiezza nel movimento, dei garretti dritti e verticali al terreno uniti ad un ginocchio ben flesso, assicureranno al cane potenza e aderenza al suolo, il rene corto per lo sprint… Nello standard risiedono dunque i motivi per cui una razza è stata ritenuta degna di essere selezionata e solo se analizzato in questa chiave può essere uno strumento di lavoro e non una serie di antipatiche regolette che talvolta un giudice si permette di ricordarci.
Avvenne così che nel Nord America, le popolazioni Innuit crearono i cani da slitta, animali con spalle poderose in grado di ben sopportare carichi gravosi e una muscolatura possente che gli permettesse di percorrere lunghe distanze. In Asia emerse una tipologia di cani molto varia, che spaziava per taglia, mole e temperamento, dalle ossa pesanti dei mastini usati per i combattimenti, ai delicati e minuscoli cani da compagnia quali i pechinesi, passando per i velocissimi levrieri che furono inizialmente allevati per rincorrere e cacciare la selvaggina e, in seguito, usati anche guardiani di greggi e mandrie che sugli sterminati altopiani asiatici pascolavano liberi. Nel cercare di perpetuare le caratteristiche, furono rafforzate automaticamente anche le differenze tra le razze, così, struttura morfologica, densità e colore del mantello furono anch’essi selezionati e, in un certo modo, fissati, insieme a temperamento, abilità e addestrabilità. La razza più antica di cui siamo a conoscenza è l’estinto canis familiaris putjani, che visse circa dodici mila anni fa, da allora ad oggi si sono sviluppate migliaia di razze, molte delle quali sono oggi estinte, e vanno dal gigante al nano, mostrando un’eterogeneità della specie impressionante. Oggi le razze canine riconosciute dalla Federazione Cinofila Internazionale (FCI) sono circa 400, suddivise in dieci gruppi.
Morfologia
Ogni razza è resa unica e particolare dal suo aspetto fisico, oltre ad altre caratteristiche, quindi, la dimesione, il colore del mantello, la dimensione e la forma della tesa, e altre particolarità che riguardano la mascella, le orecchie, le zampe e la coda funzionano da carta d’identità per ogni cane. Le varie parti del cane si identificano con termini molto precisi
IL TARTUFO : è il naso del cane, è un organo importantissimo per il cane, strettamente collegato all’olfatto. (Ingrandisci la foto della testa)
STOP: è la parte del muso che si trova fra il naso e l’inizio della fronte. (Ingrandisci la foto della testa)
PROGATISMO: il prognatismo è quella tipologia morfologica che identifica la presenza di una diversità di dimensioni fra le mascelle del cane.
ALTEZZA AL GARRRESE: è la distanza tra il terreno e il garrese. (Ingrandisci la foto del cane)
IL COLLO: a forma di tronco di cono, più o meno lungo e spesso. (Ingrandisci la foto del cane)
IL DORSO: è la linea superiore che corrisponde alle vertebre dorsali, dopo il garrese. (Ingrandisci la foto del cane)
LA GROPPA: è la parte della punta dell’anca che arriva fino alla radice della coda. (Ingrandisci la foto del cane)
IL GARRESE: Regione del corpo dei quadrupedi corrispondente alle prime vertebre dorsali.
Un’altra parte importantissima per il cane è la sua dentatura, formata da 42 denti. Chiaramente le dimensioni di questi ultimi seguono quelle del cane: così i cani di dimensioni maggiori presentano dentature molto importanti, mentre quelli di taglia inferiore hanno denti piccoli anche se molto affilati. I denti da latte sono 32 e il cane li perde verso i quattro/sei mesi. Le orecchie del cane presentano una vasta gamma di tipologie, possono essere cadenti e flosci o dritti (in questo caso vi è meno pericolo di otite). Anche gli occhi si presentano in svariate forme a seconda della razza. L’apparato digerente è conformato come quello di un animale carnivoro, con un intestino abbastanza corto, anche se ormai la permanenza con l’uomo ne ha fatto un onnivoro. Le zampe hanno quattro dita anteriori e una posteriore non completa su quelle anteriori, le dita sono completate da dei cuscinetti callosi che ammortizzano i movimenti del cane e dalle ghiandole sudoripare.
La struttura ossea del cane è composta da circa 280 ossa (il numero varia da razza a razza), variante è anche il numero delle vertebre che sono una cinquantina.
Come si esprime il cane
CON I MOVIMENTI
Il cane non cerca certo di nascondere il suo stato d’animo come l’uomo ed è quindi molto facile capire cosa gli passa per la testa solo imparando i suoi atteggiamenti:
FELICITA’ : il cane salta con le orecchie dritte e la coda alzata, scodinzola e a volte abbaia.
BISOGNO DI ATTENZIONE: cerca in tutti i modi di chiamare il suo padrone dandogli dei piccoli colpi con il muso o tirandogli qualche lembo del vestito.
GIOCO: porta al padrone il suo giochino preferito.
CONCENTRAZIONE: il cane si mette nella classica posizione di “punta”, le orecchie dritte in attesa di ogni rumore, lo sguardo fisso e tutti i muscoli in tensione.
PAURA: è una delle posizioni più esplicativa, il cane abbassa la testa, le orecchie e mette la coda fra le gambe.
CANE NERVOSO: fissa lo sguardo su quello che lo sta irritando, scopre i denti ed emette un ringhio leggero e sordo.
NOIA: il cane annoiato sospira, resta accucciato, e dormicchia, proprio come facciamo a noi.
CON LA VOCE
L’ABBAIO: è la forma principale di comunicazione di un cane e può dimostrare una grande varietà di stati d’animo dell’animale. Un cane abbaia quando il livello di eccitazione raggiunge un certo livello, così che un cane molto felice incomincerà ad abbaiare quando il solo esprimersi con il corpo non sarà più sufficiente. Se non basterà qualche colpetto per attirare l’attenzione del padrone il cane incomincerà ad abbaiare, e così via. Alcuni cani abbaiano anche quando qualcuno li irrita, anche se non sempre questo è seguito da un attacco.
L’ULULATO: è un comportamento legato alla parte selvaggia dell’animale, è un messaggio lanciato verso gli altri che lo identifica. E’ il suo modo di dire sono qui e questo è il mio territorio. Ad un cane che ulula presto si uniranno anche gli altri del circondario per risposta.
IL RINGHIO: è fondamentalmente un campanello di allarme, il cane avverte chi lo circonda che qualcosa o qualcuno lo irrita. Può essere un’altro cane che entra nel suo territorio, o qualcuno che minaccia la sicurezza del suo padrone o della casa. A volte il cane ringhia anche giocando, specialmente quando gli si presenta un oggetto da catturare.
IL GUAITO: è fondamentalmente un lamento, il cane comunica che è triste o che non si sente bene. Può essere causato da un dolore fisico, come una ferita o una malattia, e in questo caso è meglio accertarsi di cosa sia successo contattando un veterinario. oppure può essere un problema di tipo psicologico. Il cane può essere annoiato o sentirsi solo, e qui sta al padrone capire questo problema ed adoperarsi per risolverlo.
I sensi del cane
L’UDITO
La struttura fondamentale dell’orecchio del cane riprende quella umana anche se vi sono alcune differenze. Vi sarà capitato di vedere qualche scena che ritrae una persona che attira l’attenzione del cane usando una specie di fischietto che risulta sordo al nostro udito. E’ noto infatti che il cane riesce a percepire una gamma più ampia di suoni, in particolare riesce a sentire frequenze che si avvicinano agli ultrasuoni anche con vibrazioni fino a 100.000.
L’OLFATTO
Un cane senza olfatto sarebbe come un uomo ceco, è il senso principale per questo animale che lo sfrutta in ogni occasione. La sua grande finezza è permessa dalla struttura propria dell’organo olfattivo, che presenta una quantità di recettori impressionante, le cellule olfattive infatti possono andare da 100.000 fino a 200.000 (il paragone con l’uomo ci vede decisamente sfavoriti: ne abbiamo circa 5000). L’olfatto del cane è collegato anche con la memoria, come per noi la vista, infatti un cane ricorda un oggetto o una persona più per l’odore che lo accompagna che per la sua forma o figura. Attraverso l’olfatto un cane riesce anche ad orientarsi.
IL TATTO
Come quasi tutti gli animali il cane presenta una sensibilità molto particolare, infatti dimostra di apprezzare le carezze, e quindi la sua pelle gli trasmette un sensazione piacevole, ma allo stesso modo sembra molto più resistente al dolore di noi. Capita a volte che un padrone sia accorga che il suo cane si è ferito solo vedendo il sangue della ferita, visto che l’animale continuava a comportarsi tranquillamente. Il tatto del cane passa anche attraverso i suoi lunghi baffi, con i quali percepisce informazioni (anche termiche)dal mondo esterno.
LA VISTA
Gli occhi dei cani sono posizionato in diversi modi a seconda dell’utilizzo che ne devono fare: nei cani cacciatori, che hanno bisogno di una vista più ampia, sono posizionati lateralmente rispetto alla testa, nei cani che necessitano invece di avere una vista più precisa anche se meno ampia si trovano frontalmente. Il cane è fondamentalmente un pò miope è la sua vista non è certo acutissima, rispetto all’uomo ha un piccolo vantaggio nella vista notturna.
IL GUSTO
Il gusto del cane è molto semplice, la struttura stessa della lingua, dove sono presenti poche papille gustative, gli permettono di distinguere i sapori in meno sfumature rispetto a noi. Un cibo è quindi per il cane solo buono, cattivo o neutro. L’animale riesce a compensare questa mancanza con il suo sviluppatissimo olfatto, con il quale riconosce i cibi che gli si propongono.
Comportamento del cane
Capire perché il nostro cane si comporta in un determinato modo, la sua psicologia e le sue problematiche ci aiutano a vivere meglio con lui.
L’ISTINTO
Molti dei comportamenti del cane sono guidati dall’istinto, quelle serie di meccanismi automatici che sono retaggio genetico della sua stirpe. Il cane dimostra ancora la sua parte selvaggia assumendo atteggiamenti e comportamenti che lo riportano ai tempi in cui cacciava libero. Appunto quello della caccia è uno degli istinti che rimane ancora molto evidente, il cane ama rincorrere ed afferrare gli oggetti, e quante volte troviamo delle ciabatte, o altre cose, trasformate in vittime dalla mente del cane, e per questo uccise e sbranate. Anche la delimitazione del territorio rimane visibile, per questo i cani segnano con l’urina lo spazio dove vivono. Proprio l’identificazione del territorio porta ad un’altro comportamento istintivo del cane: il saluto, i due cani che si incontrano annusano le parti intime dell’altro per identificarlo, e sapere se si trovano nel suo territorio o in zona neutrale.
Il cane ricorda ancora i tempi quando viveva in branchi e quindi necessita di una guida (un capobranco) a cui rifarsi. L’uomo deve riuscire a prendere per se questa figura, in modo da essere seguito e obbedito dal cane. Non si tratta però solo di un rapporto di sudditanza: il cane si affeziona veramente al suo padrone, e se viene ricambiato con vero affetto, allora il rapporto diventa fortissimo. L’uomo deve anche imparare a farsi obbedire, ma senza l’uso della violenza gratuita, che non farebbe altro che minare il rapporto con il suo compagno. I comandi e i divieti devono essere formulati in modo chiaro e deciso, a volte un bel “NO!” detto con convinzione e sguardo duro è più efficace di tanti richiami. Il cane rispetta il suo padrone e non va umiliato con punizioni che possono incrinare il rapporto.
I BAMBINI
Non c’è rapporto più bello di quello che si forma fra un cane, specialmente un cucciolo, e di il suo giovane padrone. Un bambino ha la possibilità di dedicarsi quasi completamente al suo cucciolo, e questo per il cane è il massimo della felicità. Vi sono alcune razze di cani, tipo i Terranova, che sviluppano per i bambini un affetto quasi morboso, arrivando a difenderli anche quando devo essere puniti dai genitori. Ma dalla parte del cane non ci sono grossi problemi, il bambino dovrà essere istruito sul comportamento da avere: il cane non è un giocattolo che può essere strapazzato a piacimento, in quanto le reazioni possono essere imprevedibili, una tirata sbagliata di orecchie può portare a reagire anche il più tranquillo dei cani.
LA GELOSIA
Quando un cane si impossessa di un territorio cerca in tutti i modi di difenderlo, anche un cane che vive in casa non accetterà con facilità l’ingresso di altri cani o bambini, considerandoli un attacco ai suoi possedimenti. Se il nuovo arrivato è un cane di dimensione simile a lui sarà quasi impossibile evitare la lite, se invece si tratta di un cucciolo, che non costituisce un pericolo, allora la convivenza sarà possibile, a patto che il padrone non dedichi più attenzioni al nuovo arrivato. L’arrivo di un neonato è un’altro motivo di tensione, e fino a che il bimbo non sarà abbastanza grande da non essere più considerato un pericolo bisognerà porre molta attenzione a non trascurare troppo il cane, per non aumentare la sua gelosia nei confronti del nuovo arrivato.