Il problema del cane che tira al guinzaglio è uno dei più comuni che può incontrare il proprietario di un cane, soprattutto se di grande taglia.
Insegnare al nostro cane a passeggiare tranquillamente al fianco ed a prestarci attenzione quando gliela chiediamo, è una delle cose più importanti che fin da cucciolo deve imparare.
Questo potrebbe risparmiarci molto lavoro in futuro.
Per evitare che quando usciamo con lui la passeggiata diventi una tortura, è quindi importante mettere da subito a punto la condotta al guinzaglio.
Specialmente se il cane è di taglia medio/grande, molte persone optano per l’utilizzo di collari a strozzo; ma se questi non sono usati correttamente ed integrati ad un programma di educazione mirato allo scopo, non portano alla risoluzione del problema ma provocano solo grossi disagi al cane.
La comprensione del lavoro sarà sicuramente più semplice e piacevole per entrambi se integrata dalla tecnica del rinforzo positivo.
Concentriamo la nostra attenzione su due fasi del lavoro
-La “condotta” vera e propria, in cui cercheremo di avere il cane sotto controllo nei momenti in cui ce ne sia realmente bisogno: per esempio, attraversare una strada, lasciar passare un viandante, incrociare un altro cane, ecc.
-L’addestramento a “non tirare”. Per cani “tiratori” l’insegnamento alla condotta con il guinzaglio non è sufficiente ad indurre il
cane a non tirare più. Pertanto è necessario un ulteriore educazione mirata allo scopo.
Indice
Condotta
La “condotta” è un esercizio che consiste nell’insegnare al cane a mantenere la posizione vicino a noi durante il movimento con varie andature (normale, di corsa, lenta).
Iniziamo a lavorare con il cane in casa, dove non ci sono molte distrazioni e dove sarà più disposto e più facilitato ad apprendere il nuovo esercizio.
-chiediamo al cane di guardarci e aiutiamolo a mettersi al nostro fianco;
-stiamo fermi con lui in attenzione, diciamogli “bravo!” e rinforziamo con un bocconcino;
-sempre mentre ci guarda facciamo uno o due passi, rinforziamo mentre siamo in movimento e fermiamoci dicendo “bravo!” e poi diamogli il boccone;
-ripetiamo questa sequenza aumentando ogni volta il numero di passi;
-quando il cane ha imparato a mantenere la posizione corretta per almeno una ventina di passi, inseriremo il comando vocale “piede” (ognuno può scegliere che tipo di parola associare a questo comportamento) prima di partire;
-continuiamo ad allenare il cane pronunciando il comando prima di partire e aumentando il numero di passi e facendo dei cambiamenti di direzione. Insegniamogli a seguire il più possibile il nostro corpo;
-inseriamo poi un programma a rinforzi variabili: non rinforziamo più ad ogni esercizio ma saltuariamente. Non dimentichiamoci invece di lodarlo ogni volta con un bel “bravo!”.
Una volta raggiunto l’obbiettivo in casa, lavoriamo in giardino oppure in un posto non molto affollato, per poi passare gradualmente a situazioni più distraenti fino a riuscire a gestire il cane anche in condizioni decisamente difficili (mercato, negozi, centro, ecc..).
Il fatto di avere il cane in attenzione su di noi e al nostro passo, aiuterà a non essere di intralcio per gli altri e ad infondere tranquillità nel cane.
Addestrare il Cane a non Tirare al Guinzaglio
Avendo ottenuto una buona “condotta”, passiamo ora all’addestramento specifico a “non tirare” al guinzaglio.
Perché i cani tirano al guinzaglio?
I cani tirano al guinzaglio perché vogliono arrivare ovunque stiamo andando il più in fretta possibile e quindi esplorare, annusare tutto ciò che possono. Seguirli rappresenta per loro il premio migliore e se noi glielo consentiamo, premiamo involontariamente questo comportamento.
Se a nostra volta tiriamo il cane per tenerlo vicino a noi, otterremo solo l’effetto contrario: il cane d’istinto tirerà ancora più forte per allontanarsi (facciamo una prova: se qualcuno ci tira un braccio, il nostro istinto sarà quello di tirare dalla parte opposta per liberarci dalla presa).
Sarà corretto invece lavorare nel modo seguente.
-camminiamo con il cane al fianco, tenendo il guinzaglio morbido, senza dargli attenzione;
-appena tira fermiamoci bruscamente;
-giriamoci e camminiamo dalla parte opposta;
-dopo brevi ripetizioni avanti e indietro il cane ci guarderà e starà al nostro fianco, diremo “bravo!” e rinforziamo con un premio;
-cerchiamo di rinforzare nel momento esatto in cui il cane vi guarda.
Con questa tecnica il cane capirà che se tira non raggiungerà mai quello che vuole e che la passeggiata non andrà avanti. In più assocerà il fatto che, stando vicino a noi, verrà premiato, lodato e raggiungerà comunque il suo obiettivo educatamente.
La passeggiata è il momento più bello in cui cane e padrone convivono un momento di interazione e comunicazione molto forte.
Se diventa uno stress per entrambi la sottile linea di dialogo si interrompe e ritrovarla a volte può essere faticoso.
Risulta essere il lavoro più duro e lungo da fare ma ne vale la pena sia per noi che per il nostro cane.
La perseveranza verrà immancabilmente premiata.
Come Educare Cane alla Riflessività
Un buon numero di problemi gestionali del cane come ad esempio il tirare al guinzaglio, l’abbaiare al più piccolo fruscio, il rincorrere un gatto incontrato per via, l’entrare in agitazione alla vista di un altro cane o il fuggire disperato a un rumore improvviso, sono tutti sintomi di una forte impulsività.
Risulta essere chiaro che il cane esprime continuamente la sua parte innata, ovvero quei comportamenti utili alla sopravvivenza in natura già presenti alla nascita, come ad esempio il fermarsi di fronte a una minaccia, il rincorrere ciò che si muove, il ringhiare verso un altro cane, la difesa aggressiva di un oggetto o una risorsa.
Tali comportamenti diventano un problema in città o nelle aree urbane, perché l’ambiente che gli offriamo è assai differente da quello naturale. Se il cane è impulsivo può crearci problemi al parco, negli ambienti affollati, al bar, al ristorante, sui mezzi pubblici e in tante altre situazioni che noi consideriamo normali ma che lui non è abituato a gestire.
Lavorare quindi sulla capacità riflessiva del cane non significa inibirlo, ma più semplicemente costruire e rafforzare in lui la capacità di elaborare gli stimoli e rispondere adeguatamente nelle varie situazioni.
Tra i comportamenti da evitare dobbiamo osservare
-comportamento diretto e individuale: il cane non ascolta più e non si sente in coppia ma è completamente dedicato al suo obiettivo
-elusione degli autocontrollo: il cane non è in grado di frenare il suo comportamento
-risposta immediata e fuori luogo: il cane agisce attraverso moduli fissi, non contestualizzati, e che hanno tempi di risposta molto brevi
-attivazione estrema: il cane si eccita e questo non solo determina una risposta esagerata ma lo rende eccitabile e quindi ingestibile per un certo periodo.
Va detto che il comportamento impulsivo non solo crea problemi di gestione e conduzione del cane ma provoca situazioni di stress e disagio e che la riflessività, cioè la capacità di affrontare il mondo senza esserne travolto, si raggiunge solo attraverso un lungo lavoro educativo sul cane.
Un percorso che prevede
-Un primo focus sul livello di attivazione (arousal), con esercizi (principalmente di tipo olfattivo e di rilassamento) e attività di relazione capaci di suscitare e premiare condizioni di quiete
-L’autocontrollo del cane e la sua capacità di cercare il consenso del proprietario prima di agire (ad esempio con gli esercizi del seduto e resta)
-Il terzo livello riguarda la disciplina delle emozioni e delle motivazioni e mira a integrarle con altre modalità espressive ed eventi o target capaci di suscitarle.
Inoltre per potenziare la riflessività è importante arricchire le sue esperienze, in due sensi
-Portandolo fuori e facendogli conoscere quante più situazioni possibile. In questo modo si formerà un archivio di modelli e di risposte plausibili senza lasciarsi sopraffare dall’agitazione o dalla paura (es. avete mai portato il vostro cane in treno, su un autobus o in metropolitana?)
-Proponendogli esercizi solutivi e giochi di memoria in modo tale da potenziare le sue qualità elaborative e diminuendo di conseguenza la tendenza a rispondere in modo immediato.
A seconda degli interessi e della disponibilità dei proprietari si aprono infinite possibilità di giochi ed esperienze da vivere insieme al proprio cane.
Sarà proprio attraverso queste nuove proposte e il corretto indirizzo da parte nostra, che il cane imparerà sempre più a fidarsi delle proprie competenze, sviluppando risposte frutto di una riflessione e non del suo istinto.