Uno dei comportamenti che mette maggiormente in crisi il proprietario di un cane è proprio quello di aggressione. Spesso a essere messa in discussione è la fiducia reciproca e ci si sente traditi dal proprio cane, cui si pensa di aver offerto tutto il nostro amore e le nostre cure.
Un cane che morde mette in difficoltà tutta la famiglia che abita assieme a lui, sia che aggredisca i membri del gruppo di cui fa parte, altri cani o umani, sia che aggredisca persone o cani fuori di casa. Chi è vittima di un’aggressione, soprattutto se si tratta di un membro del gruppo familiare, inizia a temere il cane e questo rende la relazione con lui molto difficile.
Innanzitutto perché aumenta la tensione familiare e poi perché porta a problemi e incomprensioni comunicative. Se temiamo il nostro cane tenderemo a ridurre le interazioni con lui e, quando sarà necessario comunicare, saremo molto tesi, nervosi, potremmo avere movimenti rapidi e reazioni eccessive in risposta a segnali cui prima rispondevamo diversamente.
Il cane comunica con il linguaggio del corpo sarà quindi confuso, e magari anche irritato, da questa incoerenza comunicativa, arrivando a presentare uno stato ansioso o a peggiorarlo se già presente.
Questo non vuol dire che dobbiamo forzarci a interagire con l’amico a quattro zampe se non ci troviamo a nostro agio, ma che possiamo “prenderci una pausa” lasciando che siano i nostri familiari a occuparsi di lui, riservando per noi quelle attività in cui ci troviamo a nostro agio, per esempio portarlo in passeggiata o coccolarlo la sera mentre guardiamo la TV.
Possiamo anche pensare a nuove attività da fare assieme a lui, tutte attività di gioco, che ci permettano di recuperare la fiducia e il benessere in sua presenza. Spesso cambiare qualcosa, anche soltanto l’ambiente, un’abitudine, un gioco, modifica il nostro modo di vedere il cane e quello in cui lui ci vede, facilitando la ripresa di una relazione di fiducia.
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Restare calmi
Non dimentichiamo che un cane che morde, in molti casi, lo fa perché è spaventato, ha timore o addirittura paura. Ne consegue che per un cane mordere, quasi sempre, non è una bella esperienza. Sicuramente anche lui si sentirà a disagio in nostra presenza, sentirà la tensione in famiglia, il nostro malessere e sarà più nervoso e preoccupato, sarà disorientato dal nostro improvviso cambiamento (dovuto al timore che proviamo nei suoi confronti) e avrà bisogno di aiuto, proprio come noi.
Per tutte queste ragioni di fronte a un comportamento di aggressione del nostro cane la prima cosa da fare è proprio restare calmi: un cane non impazzisce e inizia ad aggredire senza ragione, mai. Spesso consideriamo aggressione il momento in cui il cane ci morde, ma in realtà l’atto di aggredire è il culmine di una sequenza di comportamenti, e solitamente, prima di arrivare al morso, il cane ha mostrato uno o più atteggiamenti minacciosi.
Il morso vero e proprio infatti viene solitamente messo in atto in seguito alla constatazione, da parte del cane, che i comportamenti di minaccia non sono stati efficaci. Questi comportamenti sono:
-Il fissare negli occhi mantenendo una postura rigida e un’espressione tesa del muso
-Il sollevamento del labbro per mostrare i denti
-Il ringhio
-L’abbaio
Sottovalutare uno o più comportamenti di questo tipo può far si che il cane decida di prendere provvedimenti, e arrivi a morderci.
Facciamo un esempio: il cane ruba un oggetto di casa, qualcosa cui teniamo, si mette davanti a noi con l’oggetto fra le zampe e ci fissa. Se ci avviciniamo solleva il labbro, se insistiamo ci ringhia e, se proseguiamo ancora, ci morde. Se ci fossimo fermati nel momento in cui il cane ci lanciava segnali di avvertimento gli avremmo mostrato che comprendevamo la sua minaccia e lui non avrebbe avuto motivo per morderci.
Questo non significa che sia un bene che un cane rubi un oggetto e che ci sfidi a toglierglielo. Ma non è neppure un bene che noi proseguiamo a ignorare i suoi segnali di minaccia, esponendoci a un probabile morso.
La violenza non è la soluzione
Non bisogna sottovalutare le capacità di apprendimento del cane, che una volta compreso che con noi la minaccia non funziona, la eliminerà dal suo repertorio comunicativo, passando direttamente a ciò che evidentemente comprendiamo bene, ovvero il morso.
Se poi decidiamo di reagire punendolo fisicamente il cane imparerà che la violenza è il modo con cui si comunica in famiglia e sarà spinto a utilizzarla in tutte le situazioni di conflitto o in cui desidera qualcosa. In questo modo vedremo aumentare le occasioni in cui il cane tenterà di morderci o peggio, non proverà più a farlo con chi lo punisce perché lo teme, ma s’imporrà con la forza su quelli che non sono abbastanza forti o violenti per picchiarlo: tipicamente i bambini o gli anziani, ma spesso anche le donne.
Ecco perché cercare di comprendere il motivo dell’aggressione è fondamentale e, per far ciò, possiamo rivolgerci a un Veterinario comportamentalista che, attraverso l’osservazione del cane e un’intervista completa ed esauriente, sarà in grado di spiegarci le cause e l’eventuale presenza di patologie del comportamento, offrendoci anche il suo aiuto per la pianificazione di un percorso di riabilitazione che migliori la situazione e risolva il problema, da effettuare in collabrazione con un istruttore cinofilo di sua fiducia.
I consigli del veterinario
Non sottovalutare gli avvertimenti. Il morso è l’ultimo di una serie di avvertimenti con cui il cane ci intima di desistere da un comportamento: fissare negli occhi mantenendo una postura rigida e un’espressione tesa del muso, sollevare il labbro mostrando i denti, ringhiare, abbaiare.
Questi segnali intimidatori non vanno mai ignorati, sia perché rischiamo di essere morsi, sia perché il cane, finendo per considerarli inefficaci, è portato a instaurare direttamente un comportamento mordace in tutte le situazioni di disagio.