In questa guida spieghiamo cosa mangiano i cani.
Alimentare il proprio animale domestico in maniera corretta, seguendo un regime adeguato alle sue esigenze, rappresenta uno dei fattori più importanti per assicurargli una migliore qualità di vita.Una dieta giusta deve innanzitutto essere costituita da una miscela bilanciata di principi nutritivi, in rapporto sia alla taglia che all’età, considerando che cani e gatti sono animali carnivori e che quindi le proteine di origine animale devono rappresentare la base dei loro cibi; ad esse possono essere aggiunte verdure, frutta e carboidrati semplici (escludendo quelli complessi presenti nel pane e nella pasta, per carenza degli enzimi specifici per la loro completa digestione).
L’alimentazione può essere casalinga o industriale; quest’ultima è disponibile in formulazione secca (crocchette) ed umida (bocconcini, patè, straccetti).
Indice
Origine del Cibo per Cani
Cosa mangiava un cane nei secoli passati, prima dell’arrivo del cibo confezionato? Ecco una breve storia dell’industria del cibo per i nostri amici a quattro zampe.
Più di 2.000 anni fa, nel primo manuale per l’agricoltura, lo scrittore e poeta romano Marco Terenzio Varro consigliava di preparare per i cani da fattoria del semplice pane inzuppato nel latte insieme a ossa di pecora
Durante il Medioevo le corti reali avevano già cucce e spazi per i loro cani da caccia. I cuochi cucinavano per questi quattro zampe privilegiati grandi stufati, costituiti da granaglie e vegetali con l’aggiunta di carne e frattaglie (cuore, fegato, polmoni, ecc.) di animali da allevamento
I cani dei contadini avevano una dieta più magra. Erano nutriti solo con quel poco che avanzava dalla tavola dei proprietari. La dieta classica di un cane addomesticato consisteva in croste di pane, patate, cavoli e qualsiasi altra cosa riuscivano a prendere o scroccare
Nel XVIII secolo, i cani da fattoria, che dovevano essere in salute per fare bene il loro lavoro, erano nutriti regolarmente con un misto di granaglie e lardo. Nelle città invece, la ricerca di cavalli morti da cui tagliare la carne per rivenderla ai proprietari benestanti di cani, era diventata un lavoro.
Ovviamente c’erano eccezioni: i ricchi e i nobili, nella storia, hanno scodellato ai loro cani cibo molto migliore di quello che mangiava la maggior parte delle persone. Nel XIX secolo, l’imperatrice cinese Tzu His era nota per nutrire i suoi cani pechinesi con pinne di squalo, petti di quaglia e latte di antilope. La nobiltà europea invece preferiva dare ai propri cani anatre arrosto, torte, caramelle e addirittura liquori.
Verso la metà dell’800 con la rivoluzione industriale, fece la sua comparsa una nuova classe media di persone benestanti con più tempo libero e una maggiore disponibilità economica e gli animali da compagnia cominciarono ad essere considerati come “beni di lusso” dalle persone comuni. Il risultato fu che il cibo per cani venne diventò più controllato.
Più cuccioli e più risorse aprirono le porte a una nuova professione: la medicina veterinaria. Venne fondata ufficialmente negli Stati Uniti nel 1895, ma molti sedicenti esperti stavano già dispensando consigli sulla dieta del cane. Molti affermavano che i cani dovevano essere “civilizzati” e siccome i cani selvatici mangiavano carne cruda, i cani addomesticati non avrebbero dovuto (questo assunto ha influenzato l’industria del cibo per animali da compagnia per i decenni successivi).
Alla fine degli anni ’50 dell’Ottocento, un giovane elettricista di Cincinnati di nome James Spratt arrivò a Londra per vendere parafulmini. Quando la sua nave arrivò in porto, i membri dell’equipaggio lanciarono sul molo le gallette rimaste dal viaggio, dove vennero divorate da orde di cani in attesa.
Questo diede a Spratt un’idea: “I biscotti navali”, o gallette, per secoli erano stati il cibo standard del personale imbarcato: farina, acqua e sale erano impastati in una pasta dura, cotta e lasciata a seccare e indurire. Le gallette erano facili da conservare e avevano una lunga durata, una cosa importante quando ancora non c’erano i frigoriferi. Inoltre assomigliavano molto all’aspetto dei moderni biscotti per cani.
Spratt capì che avrebbe potuto creare biscotti a basso costo per venderli al crescente numero di proprietari di cani nelle città. Ecco la sua ricetta: un impasto cotto di grano, bietole e ortaggi agglomerati con sangue di manzo. Quando nel 1860 arrivò sul mercato il brevetto “MealFibrine Dog cakes”, era iniziata l’industria del cibo per animali domestici.
I biscotti per cani di Spratt ebbero uno straordinario successo in Inghilterra, così nel 1870 portò la sua produzione anche a New York e iniziò la industria del cibo per animali a stelle e strisce.
Dopo il successo di Spratt altri seguirono le sue orme
-Nel 1880 un veterinario di Boston lanciò il “Pane Medicinale per cani A.C. Daniels”
-Nel 1908 aprì la “Fabbrica di biscotti F. H. Benner”, che produceva biscotti per cani a forma di osso. Benner realizzò anche il primo cibo per cuccioli, e fu il primo a imbustare croccntini per cani di forma differente per diverse razze
-Nel 1931 la “National Buiscuit Company” (Nabisco) acquistò la fabbrica di Bennett e rinominò i biscotti “Milkbones” (ossa di latte, ndr.). Assunsero 3.000 venditori con l’obiettivo di far entrare i Milkbones nei negozi di alimentari e nel senso comune delle persone. Per la prima volta, i biscotti per cani diventarono una parte importante della spesa delle famiglie
-Nel 1922 i fratelli Chappel di Rockford, nell’Illinois, introdussero la Ken-L-Ration, il primo cibo per cani in scatola degli Stati Uniti, costituito da carne di cavallo e nel 1930 iniziarono a sponsorizzare un popolare programma radiofonico “Le avventure di Rin Tin Tin”. La Ken-L-Ration fu un tale successo che alla metà degli anni ’30 si allevavano cavalli solo per lo scopo, arrivando a macellarne 50.000 all’anno.
Verso il 1941 il cibo per cani in scatola aveva una quota di mercato del 90%, fino al momento in cui gli Stati Uniti entrarono nella seconda Guerra Mondiale e il governo iniziò a razionare lamiera e carne. Così il cibo secco divenne di nuovo popolare
Nel 1950 la Ralston Purina Company iniziò a usare un forno a estrusione per produrre i loro cereali per prima colazione “Chex”. Ecco come funzionava: gli ingredienti venivano spinti lungo un tubo con una coclea, cotti ad alta pressione e gonfiati con l’aria. Questo permetteva ai Chex di rimanere croccanti anche quando veniva aggiunto il latte.
Nello stesso periodo, i produttori ricevettero alcune critiche circa l’aspetto, la forma e la digeribilità del cibo secco per cani. La divisione pet food di Purina prese allora in prestito un estrusore dalla divisione cereali e per tre anni fece prove in segreto. Il risultato fu il Purina Dog Chow. I cani lo adoravano, era molto digeribile e divenne presto il cibo più venduto in tutta la nazione.
Nei primi anni 50, la Ken-LO-Ration fece il salto dalla radio alla pubblicità televisiva, mandando spot commerciali durante show come “Le aventure di Ozzie e Harriet” (“Questo cibo per cani contiene solo USDA, carne di cavallo controllata dal governo”)
Nel 1964 l’Istituto del Cibo per Cani, un gruppo lobbistico per la nuova gigantesca industria del cibo per animali domestici, iniziò una grande campagna per convincere le persone a smettere di nutrire i loro cani con nient’altro che cibo inscatolato.
Finanziarono studi che apparvero nelle riviste, spiegando nel dettaglio i benefici del cibo per cani prodotto industrialmente e produssero anche uno spot radiofonico su “i rischi dei resti della tavola”
L’industria del cibo per cani spendeva ormai 50 milioni di dollari in pubblicità. Gli spot commerciali erano incentrati su “guerre del manzo”, con diverse compagnie che affermavano di avere la carne di manzo più pura (la star di Bonanza Lorne Green fece uno spot in TV per Alpo… con in mano un controfiletto di manzo).
Negli anni ‘60 e ’70, fattori come il maggior numero di razze e l’aumento della criminalità fecero schizzare alle stelle il numero dei proprietari di cani. Nel 1975 sul mercato c’erano più di 1.500 diversi cibi per cani.
Oggi l’industria del cibo per animali domestici utilizza più di 4.100 Km quadrati di soia, più di 5.400 Km quadrati di mais e 1,7 milioni di tonnellate di carne bovina e pollame ogni anno.
Solo negli Stati Uniti ci sono 65 milioni di cani, l’industria del cibo per cani è un business da 11 miliardi di dollari… e sta ancora crescendo.
Tipologie di Cibi per Cani
Il cibo per cani può essere di diverso tipo.
Mangimi secchi
Gli alimenti secchi consistono nelle tradizionali crocchette, mangimi completi e bilanciati, se dosati nel mondo giusto. Il loro essere completi sotto il profilo nutrizionale, comporta che la loro somministrazione non deve essere accompagnata da integratori o altre sostanze, a meno che non lo suggerisca specificatamente il veterinario. Comunque, vista la secchezza della conformazione delle crocchette, è indispensabile fornire al cane dell’acqua sempre fresca.
In base all’azienda produttrice, questi mangimi secchi possono avere svariate caratteristiche e rientrare in varie categorie, tra cui quella per cuccioli, quella light o quella arricchita con proteine, ideale per cani molto attivi.
Le crocchette vengono prodotte riducendo sotto forma di farina un certo numero di componenti freschi o congelati, che successivamente subiscono un processo di miscelazione e di essiccazione. I vantaggi del cibo secco per cani comprende facilità di dosaggio, completezza dell’alimento, resistenza agli sbalzi di temperatura, lunga conservabilità, prevenzione del tartaro dentale e costi contenuti. Gli svantaggi sono una minore appetibilità rispetto all’umido e l’assenza quasi completa di acqua che può interferire nell’idratazione dei tessuti dell’animale.
Cibo Umido
Le crocchette possono essere l’unico alimento della dieta di un cane, oppure essere alternate ai cibi umidi, cioè i bocconcini e i paté venduti in scatolette. Data la consistenza e il gusto, questi sono molto più appetibili per i cani, ma vista l’alta percentuale di acqua che contengono, sono molto meno nutrienti.
Per raggiungere i valori nutrizionali del cibo secco, le scatolette andrebbero somministrate in alte quantità e ciò comporterebbe una spesa esosa per il proprietario, soprattutto nel caso di cani di grossa taglia. L’ideale sarebbe fornire entrambe le tipologie di alimento, rendendo bilanciata la dieta del proprio animale. Tuttavia, sarebbe consigliabile seguire le dosei indicate sulle confezioni, per non generare scompensi nutrizionali nel cane.
Questi alimenti vengono preparati tritando il pesce oppure la carne fresca o surgelata ed aggiungendovi una miscela di carboidrati, ingredienti naturali, sali minerali e vitamine, il tutto mescolato con agenti gelificanti.
Il prodotto così ottenuto viene successivamente sottoposto a cottura ed inscatolato.
Alcuni vantaggi del cibo umido sono l’alto contenuto di acqua che garantisce una corretta idratazione per l’animale, l’elevata appetibilità, il potere saziante e un’estrema facilità di masticazione e di deglutizione, che ne consente l’utilizzo anche a soggetti con problemi di dentatura.
Gli svantaggi invece includono la deteriorabilità (una volta aperta la confezione, il cibo deve essere consumato entro poche ore) e i costi più elevati rispetto a quelli del cibo secco. In linea generale, sarebbe buona norma offrire al proprio animale dei pasti non troppo abbondanti e distanziati tra loro parecchie ore (mattino e sera), costituiti da un mix di crocchette ed umido.
Oltre a questi, se si pensa a cosa mangiano i cani, viene subito in mente l’osso, che deve far parte della quotidianità di questi animali; soprattutto nei momenti di inattività, gli ossi rappresentano un ottimo e utile diversivo. L’utilità dell’osso risiede nella sua azione di pulitura dei denti e rimozione del tartaro, durante la masticazione da parte del cane.
Cibo Casalingo
Alcuni proprietari di cani optano per la preparazione casalinga degli alimenti da proporre ai propri animali. Non è una strada molto battuta, ma alcuni affezionati padroni si dedicano a questa attività. In questo caso, l’attenzione da porre al valore nutrizionale dei cibi va raddoppiata, perché sarà il cuoco stesso a dover bilanciare tutti i nutrienti, nel modo opportuno.
Nella dieta di un cane non deve mancare la carne, da scottare in acqua bollente per pochi minuti; questa deve contenere un po’ di grasso e deve essere integrata con altri alimenti. Un paio di volte alla settimana, la carne deve essere sostituita dal pesce, il quale deve essere necessariamente cotto e privo di lische.
Poi, il cane può mangiare yogurt e formaggi, pasta, riso, uova, cereali, pane e verdura, in base al suo gradimento. L’importante è evitare di dare ai propri animali gli avanzi, in quanto così non è possibile tenere sotto controllo l’apporto nutrizionale.
Cibi che fanno male al cane
La tossicita’ da teobromina è dose dipendente e varia in funzione della taglia dell’animale, del tipo di cioccolata e dalla quantita’ ingerita. Il cioccolato amaro in polvere è quello piu’ pericoloso in quanto contiene una percentuele molto elevata di teobromina rispetto al cioccolato al latte. I sintomi da avvelenamento da teobromina sono molteplici e compaiono all’incirca 12 ore dopo che il cioccolato è stato ingerito. I segni più frequenti sono il vomito, l’aumento del ritmo respiratorio e battito cardiaco, diarrea, tremore muscolare, incontinenza urinaria, iperattivita’, coma e nei casi piu’ gravi anche morte. La dose letale per il 50% corrisponde circa a 250-500 mg/kg; tuttavia, non mancano casi di cani morti che hanno mangiato quantità di cioccolato inferiori, circa 150mg/kg.
Non esiste un antidoto per l’ intossicazione da cioccolato. L’unico modo per salvare il nostro amico a 4 zampe è quello di sostenere le funzioni vitali di base dell’ animale facendo in modo che la cioccolata non venga assosrbita ulteriormente. Se sono trascorse meno di due ore dall’ ingestione bisogna indurre il cane a vomitare eliminando così il 70% della sostanza tossica. Se l’ingestione è stata considerevole, l’induzione del vomito non è sufficiente e bisogna intervenire con una lavanda gastrica e somministrazione di carbone attivo che, grazie alla sua elevata area superficiale, dovuta alla presenza di microscopici pori, possiede una grande capacita’ assorbente per rimuovere il veleno il piu’ velocemente dall’ orgenismo.
Il veterinario dovra’ intervenire anche con fluidoterapia per prevenire la disidratazione causata dal vomito e diarrea favorendo l’eliminazione del principio tossico tramite l’emuntorio renale e somministrare farmaci anticonvulsivi per pazienti che presentano convulsioni e farmaci per il cuore in caso di aritmie cardiache.
Cani e Cibo per Gatti
Alcune famiglie sono composte sia da cani che da gatti i quali, quindi, si trovano a convivere. Può succedere che il cane divori la ciotola del gatto o che il gatto assaggi e mordicchi gli alimenti del cane. Può, appunto, succedere e se accade molto saltuariamente, non è un problema e la loro salute non ne risente.
Non pensate, però, di prendere un’unica alimentazione per entrambi pensando di risparmiare: se le hanno differenziate, un motivo c’è! Per esempio i gatti hanno bisogno di più proteine e integratori vitaminici e minerali sono importanti per l’equilibrio della dieta felina. Un esempio su tutti? L’aminoacido taurina, già nominato sopra, non è presente nel cibo per cani perché il loro organismo ne produce abbastanza da solo.
La lista, naturalmente, potrebbe continuare. Cercando online si trovano tanti altri brand che presentano caratteristiche più o meno simili. Ma la parola d’ordine deve rimanere sempre la stessa: sostenibilità. La cosa bella è che ogni anno ci sono piccole aziende che timidamente presentano sul mercato qualche novità, rispettando l’ambiente, gli animali e la qualità.
Sta a noi fare la differenza: se siamo soddisfatti di uno di questi prodotti, non esitiamo a spargere la voce e premiamo queste aziende continuando ad acquistare i loro prodotti, facendo capire bene e chiaramente al mercato cosa i consumatori prediligono e chiedono ad un’azienda.
Come Scegliere Cibo per Cani
Nel cibo per cani non devono mancare, nella giusta misura, le proteine, i carboidrati, i grassi, soprattutto gli acidi grassi essenziali, le fibre, i minerali e le vitamine, eventualmente rinforzate, grazie all’aggiunta degli integratori. Vediamoli singolarmente.
Le proteine
La presenza delle proteine nel cibo per cani è fondamentale, sia perché esse sono una base alimentare indispensabile che perché contengono gli aminoacidi. Gli aminoacidi infatti influiscono sulle ossa, le cellule, i tessuti, i vari organi e anche sugli ormoni. Se mancano, o non sono sufficienti, il suo organismo non funzionerà mai a dovere. Tra questi ce ne sono dieci che puoi considerare essenziali a tutti gli effetti. Si tratta dell’Arginina, l’Istidina, la Isoleucina e la Leucina. Poi c’è la Lisina, la Metionina, la Fenilalanina, la Treonina, il Triptofano e la Valina. Tutti elementi quindi che non possono mancare nel suo cibo e l’alimento che certamente li ha tutti è la carne. Le carni più nutrienti, anche da questo punto di vista, sono quelle di manzo, di pollo, i pesci, l’anatra, l’agnello e il maiale. Questo significa che come prerogativa fondamentale il cibo per cani deve essere a base di carne, che questa deve essere reale e non un derivato, e che devono essere presenti più tipi di carne o, quanto meno, la dieta deve prevedere l’alternanza tra le carni di origine diversa.
I carboidrati
Dopo la carne, non devono mancare nel cibo per cani anche i carboidrati. Per ottenere una buona miscela puoi mischiare il pollo al mais insieme a riso avena integrale, e aggiungere dei derivati del tacchino, grassi del pollo, piselli, uova, orzo e farina d’avena. Ma puoi anche mischiare al pollo dei derivati di pollo e tacchino, piselli, patate dolci, riso integrale e farina d’avena, aggiungendo i grassi del maiale, i semi di lino e l’olio di pesce.
I grassi
I cani apprezzano tenersi sempre in attività e i grassi sono importanti per avere energia da bruciare all’istante. Certo non bisogna esagerare con le quantità, ma i grassi non devono mai mancare nel cibo per cani. Essi, infatti, servono per assimilare le vitamine liposolubili A, D, K, E, e migliorano l’appetibilità del cibo. E non solo, perché i grassi influiscono anche sulla riproduzione, la funzionalità renale, e sostengono l’idratazione durante le sessioni di attività prolungata.
Gli acidi grassi essenziali
Un’altra fonte di salute e benessere è la presenza nel cibo per cani anche degli acidi grassi essenziali. Si tratta degli Omega-3 e Omega-6. Essi aiutano la crescita fisica e la riproduzione, sostengono le altre funzioni fondamentali. Puoi trovare gli acidi grassi nei vari prodotti oleosi di origine vegetale, il pesce e la frutta secca. Quando leggi le informazioni riportate sulle etichette devi fare attenzione alle percentuali. Gli Omega-3 devono essere presenti tra lo 0,25% e lo 0,35%. Gli Omega-6 invece possono essere più abbondanti, tra il 2% e il 3%, quindi anche 10 volte più degli Omega-3.
Le fibre
Le fibre sono contenute nei carboidrati, ma non risentono del processo digestivo. Esse servono soprattutto ad agevolare l’espulsione delle feci, ad evitare l’accumulo intestinale e regolare i livelli di glucosio nel sangue. La loro presenza nel cibo per cani deve essere in quantità appena sufficiente, e cioè tra il 3% e il 4%, per evitare crisi diarroiche e flatulenza. Occasionalmente però, se serve, puoi aumentare leggermente le dosi.
Le vitamine
Le vitamine influiscono sui processi biologici anche dell’organismo canino. Le vitamine di cui ha bisogno il cane sono sia liposolubili che idrosolubili. Tra quelle liposolubili sono fondamentali la A, la vitamina E, conosciuta come Tocoferolo, e la K, cioè il Naftochinone. Tra quelle idrosolubili, invece, sono fondamentali tutte quelle del Gruppo B, e cioè la Vitamina B1 o Tiamina, la Vitamina B3 o Niacina, la Vitamina B5 o Acido pantotenico, la Vitamina B6 o Piridossina, la Vitamina B7 o Biotina, la Vitamina B9 o Acido Folico e la Vitamina B1 o Cobalamina. Conoscerne anche il nome è importante, perché spesso vengono citate con il nome piuttosto che con il codice. L’assunzione della vitamina C non è indispensabile, e ciò perché il cane ha la capacità innata di sintetizzarla autonomamente. Lo stesso vale per la vitamina D, a meno che il cucciolo non sia costretto a vivere sempre chiuso in casa e non possa assorbirla naturalmente, cioè grazie ai raggi solari.
I minerali
Il fisico del cane non è capace di sintetizzare i minerali. Quindi dovrai farglieli assumere inserendoli nel cibo, facendo attenzione che essi siano stati modificati in funzione del suo sistema digestivo. La loro presenza in etichetta, quando vengono elaborati per la sua alimentazione, potrebbe essere riportata con diciture come Aminoacido Manganese Chelato, oppure Copper Proteinate, o ancora Aminoacido Zinco Chelato. Di fatto però i minerali fondamentali rimangono comunque i 6 basici e cioè Calcio, Fosforo, Magnesio, Solfuro, Potassio e Sodio, che possono essere somministrati anche in quantità rilevanti. Gli altri, invece, non devono essere particolarmente abbondanti, ma devi comunque assicurarti che siano presenti. Quindi, secondo la lista dei minerali secondari, non devono mancare nel cibo per cani anche il Boro, il Cobalto, il Rame, lo Iodio, il Ferro, il Molibdeno, il Silicio, il Manganese e lo Zinco.
Leggere l’etichetta
Il primo passo da compiere per scegliere l’alimento più adatto al nostro cucciolo è verificare che sulla confezione sia riportata la dicitura “Completo e bilanciato”. Un cibo è completo e bilanciato quando fornisce all’animale un giusto equilibrio di tutte le sostanze nutrienti (vitamine e minerali, carni rosse, o pollame o derivati del pesce e/o proteine vegetali, carboidrati, grassi ecc).
Una volta accertato che l’alimento è idoneo dal punto di vista nutrizionale, ne va verificata l’appetibilità e la digeribilità. Quanto all’appetibilità è sufficiente osservare il gradimento da parte del cane, mentre la digeribilità richiede un esame meno immediato.
Diciamo subito che la digeribilità del cibo dipende da numerosi fattori e dalla specie animale; in generale, un alimento è poco digeribile quando contiene eccessive quantità di fibre, ceneri, proteine di scarsa qualità, e/o per via di processi di trasformazione inadeguati.
Gli ingredienti indigeribili fermentano nell’intestino del cucciolo (ma anche dell’adulto!) e provocano un eccesso di gas (flatulenze), feci poco formate e, in qualche caso, diarrea. Per contro, un alimento digeribile produce un piccolo volume di feci compatte e ben formate con evacuazioni regolari e costanti.
Risulta essere importante leggere sempre con attenzione le etichette riportate sulle confezioni di cibo. Per legge, troviamo riportato un elenco di tutti gli ingredienti presenti in ordine decrescente di percentuale contenuta. Per gli alimenti secchi, uno degli ingredienti principali deve essere una fonte di proteine di alta qualità (es. pollo o agnello): in generale un buon indicatore di qualità è il livello proteico indicato e la qualità delle proteine.
Va tenuto presente poi che, se vengono elencate diverse forme dello stesso ingrediente (es. frumento, crusca, cruschello, fiocchi etc.), il contenuto totale dell’ingrediente stesso (appunto, il frumento) è dato dalla somma delle varie componenti. Quindi più alto di quanto possa apparire a una prima analisi.
Negli alimenti industriali vengono aggiunti vari prodotti chimici, additivi privi di valore nutritivo, ma che possono essere usati per aumentarne il gusto, la stabilità, le caratteristiche o l’aspetto. È il caso degli emulsionanti, aggiunti per evitare che l’acqua e il grasso si separino, o degli antiossidanti, che evitano l’irrancidimento del grasso, o dei coloranti e degli aromi artificiali, che rendono l’alimento più attraente.
I produttori sono tenuti a elencare solo ciò che essi stessi mettono nel mangime, ma se acquistano un ingrediente da un’altra azienda che ha già aggiunto questi conservanti chimici, non sono tenuti a elencarli.
Per conservare i grassi, alcuni produttori hanno risposto alle preoccupazioni dei consumatori ricorrendo a conservanti “naturali”, come Vitamina C, Vitamina E, oppure olio di rosmarino, garofano o altre spezie. L’etichetta fornisce anche le indicazioni sulla quantità giornaliera di cibo da dare al cane e dovrebbe riportare anche il numero di telefono del produttore.
La presenza di questo numero indica che l’azienda è sicura della qualità dei propri prodotti e non teme i commenti dei clienti. Informazioni aggiuntive sul contenuto nutrizionale dei cibi di alta qualità per animali possono essere trovate negli opuscoli illustrativi delle aziende.
Ovviamente nessuno ti impedisce di realizzare in casa il cibo per il cane, selezionando tu stesso gli elementi che servono e aggiungendo minerali e vitamine con degli integratori equilibrati. Purtroppo però non sempre si trova il tempo per realizzare anche il suo pastone e bisogna ricorrere agli alimenti pronti. In questo caso, visto che il costo levita anche in funzione della qualità, scegli sempre il cibo migliore e controlla che ci siano dentro tutti i componenti che gli servono. Non è escluso che comunque tu debba intervenire aggiungendo minerali e vitamine dove sono carenti. Però, scegliere cibo per cani di qualità, ti permette anche di avere una maggiore garanzia sulla provenienza degli alimenti di base, con i quali sono stati realizzati i bocconcini o le crocchette. Infine ricorda che mentre il cibo secco, e cioè le crocchette, si conservano più a lungo, quello umido che trovi nelle scatolette va consumato a breve giro e conservato in frigo, per evitare che si deteriori.
Errori da non Fare nell’Alimentazione del Cane
Spesso si fornisce al gatto più cibo di quanto necessiti, senza tenere conto dell’età, del peso e dell’attività fisica abituale. I gatti di casa tendono a essere pigri e a utilizzare il cibo come antistress. A questo va aggiunto il fatto che i gatti amano consumare tanti piccoli pasti durante il giorno, in media 10-12. Si tratta di un comportamento analogo a quello dei gatti selvatici che consumano piccole prede nell’arco della giornata.
Per questo l’alimentazione va bilanciata, altrimenti l’errore può portare ad avere dei mici sì rotondi e pasciuti, ma soggetti al diabete e a una serie di altre malattie indotte sempre dall’eccesso di cibo. Spesso sulle confezioni di cibo viene segnalata la quantità giusta a seconda dell’età, dello stato riproduttivo, del peso e delle abitudini del micio, ma se ci sono dubbi è meglio chiedere delucidazioni al veterinario.
Un altro errore molto comune è somministrare al gatto soltanto cibo secco, acquistando un sacco da utilizzare per più settimane. I gatti di fatto sono meno sensibili dei cani alla sete e quindi se mangiano solo cibo secco possono arrivare ad assumere meno liquidi. Inoltre, una volta aperto il sacchetto, l’alimento perde man mano la sua freschezza divenendo meno appetibile.
Anche la consistenza dell’alimento influenza l’appetibilità. I gatti non sono in grado di masticare in modo efficace: riducono le dimensioni del cibo lacerandolo in pezzi che possano essere ingeriti. Il contenuto di acqua pulita e fresca. Monitorate il gatto per controllare che beva a sufficienza, vale a dire né troppo né troppo poco, perché l’eccesso o la mancanza di sete è un segnale spia di diverse malattie.
Altri errori più specifici riguardano la somministrazione di aglio contro i parassiti intestinali, oppure l’alimentazione del gatto solo con prodotti vegetali. L’aglio in dosi eccessive può risultare tossico per il micio e, inoltre, i gatti sono animali strettamente carnivori. In particolare hanno bisogno di taurina, una sostanza chimica presente soltanto nei tessuti degli animali.
Per questo dar da mangiare esclusivamente vegetali al gatto può comportare diverse malattie come la cecità e problemi cardiaci. Va inoltre evitato di somministrare al gatto solo cibo per cani: i gatti hanno fabbisogni alimentari diversi, per esempio hanno bisogno di più proteine nella loro dieta e di alcuni aminoacidi specifici.
Non scegliamo poi gli alimenti in base al prezzo conveniente, dato che le materie prime di qualità hanno un costo. I prodotti alimentari con prezzi più alti non sono necessariamente i migliori, ma molto raramente quelli con i prezzi inferiori sono di buona qualità.
Se si vuole cambiare l’alimento da somministrare al gatto va tenuto presente che il passaggio a un nuovo cibo deve essere graduale. Un improvviso cambio di alimentazione può alterare repentinamente la flora batterica, rendendo più difficile la digestione e causando disturbi intestinali.
Per evitare problemi, il passaggio al nuovo alimento può richiedere 7-10 gg. Si inizia mescolando il 25% del cibo nuovo e 75% del vecchio per almeno tre giorni. Se non si riscontrano problemi, si passa al 50% di ciascun tipo di cibo per tre giorni, poi il 75% nuovo e 25% vecchio per tre giorni. In seguito, il gatto dovrebbe essere pronto a mangiare solo il cibo nuovo.
In caso di problemi, consultate il veterinario per un consiglio. Dopo circa un mese dal cambio di alimentazione, verificate lo stato generale del gatto: occhi lucenti, un mantello lucido e in ordine, uno stato di nutrizione ottimale (non troppo magro e non troppo grasso), feci compatte e non troppo odorose e tanta vitalità vi faranno
capire che l’alimentazione è giusta.
Quanto cibo dare al proprio cane
L’alimentazione è un aspetto molto importante nella quotidianità di ogni animale: un detto popolare ci ricorda che “siamo quello che mangiamo”. Il proverbio vale naturalmente anche per il cane, con la differenza che siamo noi ad avere la responsabilità di offrire al nostro amico peloso il tipo e la quantità di cibo adeguati al suo benessere.
Il cane come noi ha infatti bisogno di un’alimentazione che tenga conto dei suoi reali bisogni nutrizionali, soprattutto da cucciolo, quando tra l’altro la porzione quotidiana va suddivisa in tre pasti al giorno (in seguito saranno sufficienti due pasti).
I fabbisogni nutrizionali del cucciolo variano principalmente in base al peso dell’animale da adulto. Seguendo questo parametro è possibile classificare gli amici a quattro zampe in cani di piccola taglia, con peso da adulti tra 1 e 10 kg; cani di media taglia, con peso da 11 a 25 kg; cani di grande taglia, da 26 a 44 kg e cani di taglia gigante, dai 45 ai 100 kg.
Ogni taglia ha il suo ritmo di crescita e le sue necessità. Per esempio, i cani di piccola e media taglia completano la loro crescita in 10-12 mesi. Già attorno all’anno il Maltese, così come il Pinscher, raggiunge il peso adulto.
Per questo motivo, già dai 9/12 mesi è possibile per i cani in miniatura alimentarsi con il cibo da “grandi” e, in proporzione alle loro dimensioni, i cuccioli di razze piccole hanno bisogno di un quantitativo di proteine di alta qualità, di grassi, di calcio e di fosforo superiore.
Le loro piccole mascelle non sono adatte a masticare ogni sorta di cibo. È necessario dare al cucciolo di taglia mini un alimento che possa masticare comodamente.
Inoltre, la comparsa di feci molli o diarree potrebbe interrompere la crescita corporea, alterando la delicata flora batterica intestinale. Per questo motivo i cuccioli di taglia mini devono essere alimentati con prodotti ad altissima digeribilità.
I cani di taglia grande diventano adulti in 15-18 mesi e i giganti in 24 mesi, durante i quali possono moltiplicare il loro peso anche fino a 100 volte. Il metabolismo dei cuccioli di taglia grande è più lento, per chilogrammo di peso, rispetto a quello dei cani di taglia più piccola.
E nonostante il ritmo di crescita sia più elevato, il cucciolo raggiungerà il suo peso da adulto a 18-24 mesi, ovvero più tardi rispetto alle piccole razze. Per questo i cuccioli di taglia grande necessitano di un minore apporto energetico nella loro alimentazione. Se la loro alimentazione è troppo ricca di calcio e di calorie rischiano di crescere troppo in fretta e possono soffrire di problemi alle ossa e alle articolazioni.
I cuccioli di grande taglia devono crescere in modo graduale. Alcuni studi hanno dimostrato che la sovralimentazione dei cuccioli provoca un ritmo di crescita che non può essere sopportato dallo scheletro, determinando delle deformazioni delle ossa e delle articolazioni. Fornire al proprio cucciolo un alimento specificamente formulato per la razza a cui appartiene è il modo più semplice di garantirgli il giusto equilibrio di nutrienti per il suo ritmo di crescita.
L’alimentazione del cucciolo deve contenere tutti gli ingredienti e i nutrienti di vitale importanza come le vitamine, i lipidi e i minerali essenziali, per aiutarlo a rafforzare il sistema immunitario e a mantenersi in buona salute durante questa fase critica della sua crescita:
-le fonti proteiche di origine animale, per sostenere la crescita del tessuto muscolare, di organi vitali, di pelle e pelo;
-una fonte di fibre, che contribuisca a mantenere la salute del suo delicato apparato digerente e a favorire di conseguenza l’assorbimento dei nutrienti;
-un apporto ideale di calcio e fosforo, per aiutarlo a sviluppare ossa e dentatura robuste.
Per questo è importante scegliere alimenti appositamente formulati e specifici che contengano proteine, carboidrati, fibre, grassi, calcio e fosforo in quantità equilibrata.
Per capire qual è la porzione giusta, riempiamo un contenitore con la dose quotidiana raccomandata e dividiamola per il numero di pasti del cucciolo.
La transizione tra un alimento e un altro deve avvenire gradualmente mescolando il nuovo alimento al vecchio, per esempio nelle proporzioni di 1/4 del nuovo con 3/4 dell’alimento per cuccioli. In seguito le proporzioni dovranno cambiare a favore del cibo nuovo fino ad avere solo questo nella ciotola.
Non somministriamo al cucciolo miscele di alimenti a noi graditi nel tentativo di invogliarlo a mangiare; il fatto che il cibo del cucciolo non sia allettante per noi non vuol dire che non gli piacerà
Lasciamo sempre dell’acqua fresca e pulita a disposizione del cane.
Individuare le Allergie e le Intolleranze Alimentari
L’allergia alimentare è dovuta a un’eccessiva reazione del sistema immunitario nei confronti di alcune particelle presenti negli alimenti, considerate estranee e pericolose.
Si parla invece di intolleranza alimentare quando l’organismo è incapace di “accettare” una o più sostanze presenti nel cibo (di regola le proteine), una condizione che non prevede coinvolgimenti del sistema immunitario.
Il sintomo più caratteristico in entrambi i disturbi è il prurito, che si manifesta entro 24 ore dall’ingestione delle sostanze nocive, determinando un intenso grattamento e leccamento che porta al prodursi di ferite e di aree prive di pelo.
Le zone maggiormente colpite da questi fenomeni sono le ascelle, l’inguine e le zampe. Oltre al prurito si possono istaurare sintomi a carico di differenti apparati
-Gastro-intestinale con vomito, diarrea e meteorismo (aumento del gas intestinale) con conseguente flatulenza;
-Respiratorio, con riniti, sinusiti e attacchi simil-asmatici;
-Oculo-congiuntivale, con congiuntiviti ricorrenti e lacrimazione abbondante;
-Urogenitale con cistiti ricorrenti;
-Sistema nervoso, con fenomeni di sbalzi d’umore, crisi epilettiche e affaticamento precoce. Spesso si possono avere concomitanti otiti.
Le particelle alimentari che più spesso scatenano reazioni avverse sono le proteine di grosse dimensioni. In particolare, gli alimenti che possono causare reazioni avverse nel cane sono principalmente: il latte vaccino e i formaggi, le uova, la carne di manzo, di maiale o di pollo, la soia e i suoi derivati, il cioccolato e, in alcuni casi, il pesce.
Per quanto riguarda gli alimenti industriali, i fattori scatenanti possono essere i conservanti e/o i coloranti, oppure i residui della lavorazione industriale dell’alimento. Per svelare quale è la causa dell’allergia o intolleranza, è necessario adottare una dieta privativa e da esclusione costituita da ingredienti mai assunti dall’animale.
II trattamento dietetico deve procedere per 8-10 settimane fino alla scomparsa dei sintomi: solo allora si può iniziare a reintrodurre uno per volta gli alimenti che hanno determinato la reazione avversa fino a individuare il responsabile che, ovviamente, dovrà essere eliminato definitivamente dal regime alimentare del nostro amico. In commercio esistono degli alimenti ipoallergenici adatti ai cani che soffrono di questi disturbi e andrebbero scelti al posto della dieta abituale al fine di stimolare il meno possibile l’organismo.
Sia in caso di allergia, sia in caso di intolleranza, lo stato complessivo dell’animale risulta compromesso. L’animale presenta pelo opaco, infezioni o infiammazioni cutanee, e spesso anche l’otite, che è stata riconosciuta come segno di allergia alimentare. Il Medico Veterinario sarà in grado di distinguere le diverse patologie, mettendo in campo strategie dietetiche appropriate, poiché l’alimentazione rimane il problema da risolvere.
La giusta dieta da seguire
-Seguire una dieta rigorosa senza somministrare troppi bocconcini fuori pasto ai nostri cani
-Se notiamo che, somministrando un determinato cibo, il cane inizia ad avere prurito sospenderlo subito e riferirlo al veterinario
-Se possediamo un cane appartenente a una razza particolarmente soggetta a intolleranze è bene fin da subito adottare una dieta ipoallergenica e somministrare per sempre solo questa
-Le diete mono proteiche o con proteine “modificate”, non inducono reazioni, solo se si evita la somministrazione di biscotti o altri alimenti non ipoallergenici.
Cibo per Cani più Venduto
Per concludere, mettiamo a disposizione una lista del cibo per cani più venduto in rete, con informazioni sui prezzi a cui sono disponibili i vari prodotti.
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