In questa guida spieghiamo come insegnare il fermo al cane.
Questo esercizio, come quello del richiamo, potrà venirci in aiuto in svariate situazioni e comunque in tutte quelle occasioni in cui vorremo fermare il nostro cane.
Molti di voi staranno già pensando alla ferma su selvaggina e non hanno tutti i torti. Con questo comando infatti potremo insegnare al nostro ausiliare, che magari non ha una ferma impeccabile, a rispettare meglio il selvatico (senza dimenticare che un cane da ferma deve avere questo tipo comportamento – la ferma per l’appunto – ben scolpito nel proprio DNA), o
addirittura – per i cacciatori più esigenti o per i garisti – insegnargli ad essere corretto al frullo.
Per non parlare poi di tutte quelle situazioni legate alla sicurezza del nostro amico che si presentano quotidianamente ad ognuno di noi.
Come sempre dovremo iniziare a lavorare in un ambiente tranquillo e privo di stimoli esterni.
Una volta ottenuta l’attenzione del nostro cane, andremo ad impartirgli il comando visivo.
Questo comando consiste nel portare una mano (quella a noi più comoda) in avanti verso il suo muso col palmo aperto, col chiaro intento di imporgli un alt. Questo gesto per il cane sarà un segnale forte che apprenderà molto in fretta.
Una volta effettuato questo gesto perentorio, ed ottenuta la desiderata immobilità, dopo qualche istante diamo il comando liberatorio “vai”. Gradualmente prolunghiamo la durata del “fermo”, ma non dimentichiamo di dare il “vai” al termine dell’esercizio, in assenza del quale il cane si sentirà autorizzato ad interrompere l’immobilità a suo piacimento, cosa che vanificherebbe la finalità dell’esercizio.
Come al solito premiamo il nostro amico con il “bravo”, con un bocconcino e con le immancabili coccole.
Dopo qualche ripetizione saremo pronti ad introdurre contestualmente al comando visivo il comando vocale che potrà essere il semplice “fermo!”, o un’altra parola o suono a nostra scelta. Ricordatevi sempre, dopo una decina di minuti di esercizio, di concedere al cane un po’ di svago liberandolo dalla concentrazione del lavoro e concedendogli di distrarsi facendo ciò che vuole per qualche minuto prima di riprendere l’attività.
Come sempre, con il miglioramento dell’esercizio, il rinforzo positivo del bocconcino diventerà variabile, sino praticamente ad estinguersi.
Per ottenere un riscontro migliore e più rapido, personalmente applico questo comando quando do da mangiare al cane.
La modalità è molto semplice: con la ciotola del cibo ancora in mano ed avendo l’accortezza che il cane sia in piedi, impartire il comando visivo e vocale, dopo qualche secondo mettere a terra il cibo. Naturalmente le prime volte, il cane romperà “il fermo” cercando di
appropriarsi della tanto sospirata ciotola. Prima che ci riesca, riprenderla subito in mano impedendogli di nutrirsi e ripetere il tutto sino a quando il cane avrà capito che mangerà solo se starà fermo sino al vostro comando “vai”.
Generalmente bastano pochi minuti perché il cane comprenda il significato di questo comando e lo esegua in modo soddisfacente.
A questo punto, potremo gratificare il nostro amico semplicemente consentendogli di cibarsi al comando “ vai!” seguito da “bravo”.
Risulta essere intuitivo il fatto che, aggiungendo del tempo tra il comando del “fermo” ed il “vai”, seguito dalla possibilità di nutrirsi, potremo insegnare al nostro cane anche il “resta”, che potrà essere eseguito nelle modalità “in piedi”, “seduto” o “terra”.
Una volta appreso bene questo esercizio in ambiente “protetto”, come sempre potremo (e dovremo) portarlo all’esterno aumentando così gli stimoli che distrarranno il nostro amico. In tal modo andremo a consolidare l’esercizio.
Per i più esigenti (o i più smaliziati/maliziosi), una volta padroni del comando, potremo raffinarlo con gesti e suoni meno plateali.
Per impartire il nostro ordine al cane allenato, basterà l’impercettibile movimento di un dito e comandi vocali somiglianti più ad un bisbiglìo o ad un lieve sibilo che ad una parola vera e propria, comandi che solo il vostro cane potrà vedere ed udire, contrabbandando così come correttezza naturale quello che in realtà è solo l’esecuzione di un impercettibile comando da voi impartito.