In tutti i cani di razza la docilità non deve assolutamente essere confusa con la sottomissione che può essere attiva o passiva.
Nelle fasi di addestramento impartite da padrone, il cane impara a seguire per compiacerlo e ricevere la successiva e immediata gratificazione. Il cane docile è sempre molto predisposto alle varie forme di apprendimento e quando esegue con piacere e brio ciò che gli è stato chiesto dietro comando, siamo di fronte a una forma di sottomissione attiva e quindi altamente positiva.
Il cane docile sottostà briosamente al padrone senza entrare mai in conflitto con lui e svolgendo con grande capacità quanto ha appreso. Nella sottomissione passiva il cane esegue per timore gli ordini del padrone, il quale lo ha invariabilmente troppo punito ed è sempre stato avaro di gratificazioni, con particolare vantaggioso riferimento a quelle verbali. In questa situazione è facile sfociare nel conflitto e questo peggiora (o anche compromette irrimediabilmente) il rapporto con il padrone.
Per addurre un esempio cani di razza, tipo i cani da difesa e di utilità in generale che vediamo nelle Prove di Lavoro, quando esprimono briosità, significa che lavora in sottomissione attiva; essa prevede un costante controllo da parte del padrone e l’autonomia del cane è, come è logico in quel contesto, relativamente limitata. E questo risponde a criteri di logicità nell’usuale addestramento del cane da difesa e da conduzione del gregge che deve sempre agire in stretta collaborazione con il padrone e anche quando agisce autonomamente, attua un comportamento sempre correlato all’addestramento ricevuto.
In altri termini, cane e padrone sono protagonisti paritetici della situazione. Il che non avverrà mai nel caso di razze adibite alla difesa degli armenti, dove l’autonomia decisionale è insita nel corredo genetico. E lo stesso non può e non deve avvenire in altre razze utilizzabili per altre specializzazioni con specifico addestramento. Taluni cani di razza specializzati nel condurre greggi e taluni cani di razza specializzati nella caccia possono essere impiegate con successo anche in mansioni molto diverse da quelle originarie e questo è attuabile quando sussiste la possibilità di valorizzare peculiarità soggettive utili a uno scopo specifico. È il caso dei cani antidroga, antiesplosivo, antisommossa, antincendio, da ricerca di resti umani, da soccorso o addestrati a rinvenire banconote o anche a individuare certe patologie umane.Qui l’addestramento si diversifica nelle varie specializzazioni ma è accomunato dalla giusta autonomia decisionale del cane il quale è indiscusso “protagonista” in misura maggiore rispetto al conduttore, il quale sa bene che deve fidarsi del fiuto del proprio ausiliario.
Per tutte le specializzazioni appena descritte si tende a sviluppare attivamente le doti dell’animale, nessuno si sognerebbe mai di insegnare al cane gli esercizi di ubbidienza e di agibilità, in quanto esse sono previste nelle Prove di Lavoro per cani di utilità e difesa. In alternativa, è possibile affidarsi a veri professionisti esperti nell’addetramento dei cani.
Regole di Base dell’Addestramento
Non è forse desiderio di tutti avere un cane educato?
Portarlo ovunque senza problemi, passeggiare tranquillamente senza essere trascinati qua e là da un’energia inesauribile e goderci il nostro divano comodamente?
Un cane educato ha imparato a capire cosa desideriamo da lui.
Ha maturato l’idea che alcuni comportamenti riceveranno una ricompensa, altri invece saranno ignorati perché non graditi e avrà soprattutto imparato ad esibire i buoni comportamenti quando gli vengono richiesti.
Un cane educato è inserito in modo naturale nell’ambiente e nel branco umano in cui vive.
Il cane e l’uomo condividono le loro vite da millenni ma il loro rapporto è cambiato, si è modificato e soprattutto si è rinforzato negli anni. Nonostante tutto, non sempre uomo e cane riescono a comunicare tra loro e a volte il convivere può diventare un problema.
Proprio per questo è di fondamentale importanza creare fin dall’inizio un rapporto sano ed equilibrato che unirà e renderà la vita per entrambi molto più semplice.
Impostare quella che viene definita “educazione di base” non è un lavoro semplice, soprattutto se il nostro amico è già un cane adulto e
formato; ma con impegno quotidiano, magari con l’aiuto di un educatore cinofilo si possono raggiungere traguardi insperati e considerati
difficili. Cosa più importante, faremo del nostro compagno di vita un essere appagato e stimolato in modo corretto, rendendolo cane a tutti gli effetti!
Da dove si parte?
Un primo punto importante: i cani sono animali sociali e vivono in branco.
Il branco è una sorta di grande famiglia, all’interno del quale esistono regole e gerarchie; è tale da condividere ogni minuto della giornata: ci si muove insieme, si caccia, si gioca e ci si ciba, ci si riproduce e tutti si occupano della crescita dei piccoli.
In un branco esiste una figura molto importante: quella del capobranco o leader, lui è insignito di responsabilità ed è in lui che si ha fiducia e stima.
Ci sono tre aspetti di fondamentale importanza per ottenere un buon rapporto proprietario-cane:
-impostare corrette regole sociali
-avere una buona relazione affettiva
-imparare ad osservare e comunicare in maniera corretta.
-Le regole sociali aiutano ad impostare quella che viene chiamata leadership o gerarchia e insegnano al cane il ruolo del proprietario all’interno del branco.
Ciò che sarebbe utile fare nella convivenza si basa su alcune regole
-fare in modo che il cane non dorma e non salga su divani, poltrone o letti (solo i capobranco occupa spazi alti e comodi della casa);
-dare il pasto al cane sempre quando si è terminato di mangiare. Il cibo è una risorsa importante per il cane, non deve essere lasciato a sua disposizione per più di 10/15 minuti;
-quando si entra o si esce da un ambiente, precedere sempre il cane;
-gestire tutti i giochi, il tempo e il modo;
-posizionare la cuccia in un luogo dove il cane non possa aver il controllo sugli ingressi e sul territorio;
-fare in modo che sia lui a spostarsi girando per casa;
-nulla per lui deve essere gratuito: ogni privilegio viene premiato solo se lo si è guadagnato.
Per diventare un leader non è assolutamente necessario usare violenza o coercizione sul cane; anzi, ogni aggressione nei suoi confronti minerà la sua fiducia nei vostri; occorre soprattutto costanza, coerenza e pazienza.
Queste regole vanno usate con intelligenza ed adattate per ogni tipo di cane; ogni cane è un mondo a se con i propri ritmi e le proprie caratteristiche: seguirle porterà sicuramente a migliorare ed ad affiatare il rapporto.
L’affezione nei confronti degli animali è una delle ragioni che spinge le persone ad adottare un cane.
È importante però ricordarsi sempre che i cani non sono orsacchiotti, ne tanto meno bambini e non vanno trattati da tali. Eccedere o
ricoprirli di troppe attenzioni può creare nel cane frustrazioni e stress che possono essere causa di patologie comportamentali.
Giocare con il cane è per lui bello ed emozionante: serve a ringraziarlo di essere ciò che è. Rincorrere una pallina, giocare con un tira e molla li aiuterà a esibire le loro caratteristiche naturali: predare, cacciare, combattere, ed aiuterà il proprietario ad essere la mano con cui si divertono ed imparano allo stesso tempo.
Le passeggiate dovrebbero essere un momento di interazione. Non bisogna limitarsi, per comodità, a sguinzagliare il cane e lasciarlo giocare con altri cani: il padrone è il suo branco e deve essere per lui la fonte di divertimento più importante.
Per concludere bisogna ricordare che i cani non parlano la nostra stessa lingua e soprattutto non comunicano con le parole, i cani comunicano per mezzo di espressioni del corpo e risulta essere necessario saperle riconoscere e riprodurre, al fine di ottenere un buon dialogo.
Per fare in modo che il cane ci capisca dobbiamo utilizzare soprattutto la mimica del corpo.
I gesti sono alla base dell’educazione perché è proprio questo il tramite per insegnare loro tutti gli esercizi che man mano incontreremo nei prossimi appuntamenti.
Educare il cane non significa solo correggere eventuali comportamenti sgraditi, ma significa imparare a capirlo e a farsi capire.
Riuscire a raggiungere una buona intesa tra conduttore e cane è il traguardo che l’educatore si prepara a raggiungere e un corso di educazione di base è il trampolino di lancio per chiunque ami il proprio cane e lo voglia rendere felice.