In questa guida spieghiamo quali sono i migliori accessori per cani da caccia.
Indice
I collari per cani da caccia
I collari per i cani da caccia sono tantissimi. Ne esistono di luminosi e/o catarifrangenti (utili per chi caccia in prossimità di alba e tramonto), collari semi rigidi a fascia (volti a proteggere il collo dagli attacchi del cinghiale o di altri ungulati) e, infine, ci sono anche i collari per cani da caccia con bande fluorescenti che ne incrementano la visibilità. Un collare morbido e leggero non dà alcun fastidio al cane e ci consente di condurlo al guinzaglio sul luogo di caccia. Se, invece, vogliamo fare attività sportiva con il nostro cane (per esempio, corse in bicicletta o a piedi durante la chiusura della caccia), o se dobbiamo condurre il cane a lungo su sentieri ripidi (cani da montagna, prove di caccia in montagna) e se il cane ‘tira come un orso’ in preda all’entusiasmo, abbiamo un’alternativa migliore: le pettorine da cane da slitta.
Le pettorine per cani da caccia
Non si tratta delle pettorine che si vendono normalmente nei negozi, ma di vere e proprie imbragature ( se esistono di infinite marche, modelli e prezzi) che avvolgono il cane lasciandolo però libere le vie respiratorie e consentendo ampi movimenti delle zampe in tutta sicurezza. Grazie alle pettorine da cane da slitta, gli animali possono correre e camminare in maniera fluida, senza avere pressioni sul collo o su altre parti del corpo. Si tratta di prodotti che vengono pensati principalmente per lo sleedog (le corse per i cani da slitta), per lo sci di fondo con il cane e per il canicross (corsa campestre con il cane) ma potenzialmente utili anche per l’allenamento del cane da caccia.
Le mantelline per i cani da caccia
Tra i ghiacci del grande nord nascono anche le mantelline ad alta visibilità, diffusissime in tutta la Scandinavia. In questa zona sono usate per evidenziare i cani sulla neve e nei grandi spazi aperti; anche in Italia dovrebbero avere la stessa funzione ma faticano a trovare il consenso dei cacciatori. In realtà sono utili per diversi motivi:
-il cane si vede molto meglio (specie se si tratta di un soggetto nero o marrone che caccia nel bosco), quindi è più facile da localizzare e più difficile da confondere con un selvatico;
-un cane che indossa una pettorina ad alta visibilità è improbabile che, se smarrito, venga scambiato per un cane abbandonato, è molto più semplice che venga riconosciuto come un cane perso.
La cultura dell’alta visibilità nasce nei paesi nordici e pertanto sono i produttori e i rivenditori scandinavi ad offrire la scelta più ampia di prodotti e la miglior qualità. Questo per noi italiani, specie per chi risiede al sud, può anche essere considerato un limite: le mantelline da caccia eccessivamente coprenti, o addirittura in neoprene, non sono adatte ai climi caldi.
In linea di massima è possibile distinguere le mantelline per i cani da caccia in tre formati: mini, medio e maxi.
-Le mantelline mini coprono all’incirca dal collo al garrese, esistono in varie misure e – a seconda della taglia dell’animale – sono anche quelle più adatte ai primi caldi.
-Le mantelline medie sono quelle che si vedono più frequentemente addosso ai cani da caccia scandinavi, hanno la forma di una mantellina e si infilano dalla testa. Inoltre, sono anche dotate di una cordicella che passa sotto la pancia. Il cane si muove liberamente e il tessuto colorato e ampio e garantisce un’ottima visibilità. Sono considerate lo standard ( ci sono dei club di razza scandinavi che commercializzano per pochi euro con il proprio marchio), ma rischiano di essere un po’ troppo coprenti se il clima è troppo caldo.
-Le mantelline maxi partono dal collo del cane e, assumendo la forma di un corpetto, lo coprono fino alla fine del torace. Sono capi molto prestanti, poichè sono in grado di proteggere il cane anche dalle piante; il loro unico limite sta nel fatto che non si possono utilizzare quando fa troppo caldo. Queste mantelle esistono anche in neoprene (troppo calde per quasi tutte le zone d’Italia) e persino in neoprene con copertura delle ascelle per proteggere tutto il petto e parte della zampa: l’idea è eccellente, ma non è idonea per il clima italiano.
Un’altra variante è quella delle mantelline salva pancia che vanno molto di moda negli Stati Uniti dove si chiamano anche tummy saver. Sono mantelline all’incontrario in quanto, coprono la pancia e non la schiena, dove invece si agganciano. Vengono usate se si impiega il cane nei luoghi con una vegetazione ostile o per proteggere i capezzoli delle femmine.
L’abbigliamento tecnico
Dalle mantelline ai capi tecnici il passo è brevissimo, basta allungare un po’ il collo per scoprire che esistono delle tute da neve in neoprene, dei corpetti per la caccia agli acquatici e altri corpetti per la caccia al cinghiale. I corpetti utilizzati per la caccia agli acquatici hanno una buona diffusione negli Stati Uniti, sono realizzati in colori mimetici e confezionati in neoprene. Lo scopo è aiutare il cane a mimetizzarsi e tenerlo al caldo tra un tuffo e l’altro. Gli italiani che li hanno acquistati e che cacciano in climi freddi ne parlano molto bene, l’unico neo è costituito dal fatto che sono costruiti a misura di retriever e vanno fatti modificare se si intende utilizzarli su cani che hanno una conformazione differente. I corpetti da cinghiale, invece, sono coloratissimi, piuttosto costosi e contengono al loro interno strati di tessuti protettivi simili a quelli presenti nei giubbotti antiproiettile. Indossati dal cane assumono l’aspetto di un’armatura e il loro fine è proprio quello di proteggere il cane dalle zanne e dagli urti del potente ungulato. La visibilità è un extra graditissimo: il cane, infatti, è facilmente individuabile dai postaioli.
Di utilizzo trasversale, e cioè adatti a tutte le razze, sono invece i wicking coats che in italiano sono definiti come veri e propri ‘accappatoi‘. Questo tipo di prodotto nasce in Gran Bretagna, vuoi perchè piove molto, vuoi perchè gli inglesi sono grandi appassionati di cavalli. Prima dei wicking coats sintetici, infatti, esistevano delle speciali coperte in lana fatte per asciugare i cavalli bagnati e sudati. Dalla lana si è passati ai tessuti tecnici e dal cavallo si è passati al cane.
Nel Regno Unito gli accappatoi vendono indossati da spaniel e retrive al termine delle battute all’inglese, o alla fine di un field trias. Secondo i produttori funzionano così: mettete l’accappatoio a un cane fradicio, lasciatelo in macchina, andate a pranzo e lo ritroverete caldo e asciutto. In effetti, pur sembrando assurdo, il cane resta caldo e asciutto dal momento che la parte esterna del tessuto durante il procedimento si bagna, ma poi si asciuga. I prezzi oscillano sui 40-50 euro e ne esistono in vari modelli (a mantella, a corpetto, con zampe, senza zampe eccetera). Anche la gamma dei colori è molto ampia. Questi accappatoi, poi, oltre ad asciugare il cane bagnato, sono utili per tenere al caldo il cane in auto se ci si ferma fuori a pranzo e fa freddo: in questo modo la muscolatura si raffredda con maggiore gradualità. Capi di questo tipo sono molto graditi dai cani a pelo raso come il pointer inglese: i nordici confezionano persino dei cappotti imbottiti da fare indossare ai cani a pelo corto dopo la caccia e le prove.
I cappotti imbottiti per cani non sono una novità nemmeno da noi, sebbene inusuali per i cani da caccia. Molto più curioso è invece il sacco a pelo proposto da una ditta norvegese: quello che sembra un banale zainetto, una volta aperto si trasforma in un caldo letto portatile per cani che può essere lasciato aperto, come un telo, oppure chiuso. In quest’ultimo caso esce solo la testa del cane che, di conseguenza, è bloccato dentro e può allontanarsi. In nord Europa questi sacchi a pelo sono usati durante le pause o per pernottamenti in tenda.
L’alternativa estiva è rappresentata dalle gabbie pieghevoli in stoffa e rete. Servono a caccia? Non nello specifico, ma se si porta il cane ad una prova, un raduno o un’esposizione sono comodissime per lasciare il cane al fresco, lontano dagli insetti. Queste gabbie sono in commercio da diversi anni, il costo non è eccessivo e, se smontate, possono essere lavate in lavatrice.
Dalla gabbia il passo è breve per parlare di accessori per gabbie: per freddo e umido sono ottimi anche i tappetini in microfribra che assorbono l’acqua e lo sporco mentre nella stagione calda ci si può giocare la carta dei tappetini refrigeranti. Chi volesse applicar direttamente queste tecnologie sul cane può iniziare asciugando il cane bagnato con appositi teli in microfibra che assorbono molto più della spugna.
Infine ci sono anche le scarpe per i cani da caccia: in Scandinavia ne esistono di diverse tipologie, adatte soprattutto a neve fresca oppure a ghiaccio e sale. Anche in Germania questo articolo è normalmente venduto al fine di proteggere le zampe dalle avversità e sono proprio i tedeschi, presenti sul mercato italiano con catene commerciali e negozi on line, ad averle portate. Ma a cosa servono le scarpette per cani in Italia? In realtà hanno lo stesso scopo: sono in grado di proteggere le zampe del cane dagli agenti irritanti come il sale o il ghiaccio o per riparare le ferite favorendone la guarigione. In Italia in genere non si caccia sulla neve ma ci sono eccezioni come la Zona Alpi o la caccia al cinghiale in Comunità Montana: se la neve è ghiacciata in breve tempo provoca abrasioni ai polpastrelli che ci obbligano a ritirare il cane dall’attività venatoria fino alla guarigione; se il cane si è già ferito alla zampa, invece, è importante che la ferita rimanga asciutta e pulita e che il cane possa camminare in maniera confortevole. In questo caso le scarpette sono più che utili.