In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche e il carattere del cavallo Lipizzano.
Indice
Storia
Lipizza è la città al confine italo-sloveno vicina a Trieste da cui prende il nome questa famosa razza equina. Le sue origini risalgono al 1560, quando in Austria furono portati dei cavalli denominati Kladrubers per essere impiegati per il tiro delle diligenze.
Dall’incrocio di questa razza con esemplari italiani e purosangue arabi si creò il lipizzano. Nel 1580 il terzogenito dell’Imperatore Ferdinando I d’Austria, l’Arciduca di Stiria Carlo II d’Asburgo divenne promotore del lipizzano fondando un esclusivo allevamento a Lipizza, in cui portò un nucleo di fattrici italiane provenienti dal Polesine, da Aquileia e da Verona che incrociò con stalloni andalusi importati dalla Spagna. Dalla formazione di questo allevamento, proviene il cavallo lipizzano diventato in seguito molto famoso per essere il rappresentante della famosa Scuola di Equitazione di Vienna istituita da Carlo VI nel 1729 e denominata “spagnola” proprio per omaggiare la componente andalusa dei cavalli che la popolavano. In realtà già a partire dal 1717 per la creazione del lipizzano non venivano più utilizzati i cavalli di razza andalusa, che vennero sostituiti da esemplari di razza napoletana, Kladruber, Frederiksborg e solo in un secondo momento, anche da cavalli arabi. Dopo la Prima Guerra Mondiale, con la rovinosa caduta e la divisione dell’Impero Austro-ungarico, l’allevamento venne trasferito a Piber in Austria, dato che il territorio di Lipizza passò all’Italia. Durante i negoziati di pace, proprio l’Italia si impegnò a non far chiudere l’allevamento che infatti fu mantenuto attivo grazie a un certo numero di esemplari. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il territorio di Lipizza divenne jugoslavo, ma nel 1991 quando la Slovenia dichiarò la propria indipendenza dalla Jugoslavia, Lipizza diventò automaticamente slovena. Oggi il lipizzano viene allevato i molti altri paesi europei, oltre alla Slovenia e all’Austria infatti si trovano allevamenti anche in Ungheria e precisamente a Silvasvarad, in Romania a Fogaras, in Cecoslovacchia a Topilcianky, in Croazia a Djakovo e naturalmente anche in Italia a Monterotondo presso l’Istituto Sperimentale per la Zootecnica. Qui da oltre cinquat’anni vengono allevati i cavalli lipizzani in purezza con serietà e competenza. Grazie alla presenza di questo allevamento, l’Italia ha potuto aderire alla Lipizzan International Federation e nel 1984 è stato istituito per decreto ministeriale il libro genealogico ufficiale della razza.
Oggi nel lipizzano è possibile individuare le caratteristiche delle sei linee principali di razze che l’hanno creato e a cui corrispondono altrettanti stalloni di cui due di razza napoletana, due Kladruber, un arabo e un Frederiksborg.
Caratteristiche
Di altezza non superiore ai 160 cm, questo cavallo presenta proporzioni armoniose: la testa è allungata e ha occhi grandi, distanziati ed espressivi, il collo, le spalle e il dorso si caratterizzano per la possente massa muscolare, mentre la groppa è larga e gli arti posteriori sono muscolosi e possenti. Il manto è grigio, ma può essere anche baio o baio scuro. Di solito il puledro nasce scuro per poi acquisire man mano il tipico colore grigio chiaro quasi bianco.
I lipizzani sono ottimi cavalli da sella e d’attelage data la loro struttura imponente e il naturale portamento elegante che sia al passo che al trotto rievoca l’andatura tipica dell’andaluso. Dal temperamento focoso, è però un esemplare dal carattere ubbidiente, volenteroso, docile e molto socievole, per questo risulta un cavallo facile da ammaestrare. Dalla spiccata intelligenza, viene usato spesso nelle esibizioni acrobatiche per realizzare figure anche molto difficili. Gli esemplari di questa razza sono risultati anche molto longevi, addirittura riescono a rimanere attivi fino ai venti anni d’età arrivando a superare i trenta.