In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche e il carattere del cavallo Andaluso.
Indice
Storia
Piuttosto controverse e incerte sono le origini della razza. Le prime notizie giunte sull’importazione di cavalli nella penisola iberica risalgono al 250 a.C., quando Asdrubale recò da Cartagine più di duemila esemplari di tipo berbero. A conferma di ciò, la citazione di Giulio Cesare nel suo De bello gallico riguardo un tale “equus ibericus” incotrato dai suoi legionari in terra ispanica. Evidentemente si era potuto portare la razza fino in Spagna approfittando dell’istmo che chiudeva lo Stretto di Gibilterra prima dell’ultima glaciazione.
Un’altra ipotesi, per molti versi la più ragionevole, vuole far risalire le origini della razza all’occupazione della Spagna da parte dei Mori: in quell’epoca devono essere stati importati cavalli di tipo berbero e arabo e fatti accoppiare con razze locali quali la Sorraia, il Garrano, il Galaicoasturiano e il Pottok. I Mori occuparono la Spagna fino al 1492 e in otto secoli di dominazione, la razza andalusa si andò sempre più definendo grazie ai diversi incroci tra cavalli berberi e teutonici, ovvero i cavalli di origine tedesca, con le razze autoctone. Il risultato degli incroci altro non è che il moderno esemplare di cavallo andaluso, che risulta essere ancora oggi una delle razze equine più amate e apprezzate a livello europeo. L’andaluso divenne ben presto un ottimo cavallo adatto a essere impiegato per scopi militari, soprattutto nella cavalleria, e venne introdotto presso le scuole di equitazione delle corti europee. Le dinastie reali spagnole, consapevoli dell’importanza della razza, ne incoraggiarono l’allevamento e nel 1476 i monaci certosini contribuirono in maniera significativa al della razza, in quanto ne seppero custodire e mantenere la purezza all’interno degli allevamenti istituiti nei monasteri di Jerez, Siviglia e Cazallo.
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Caratteristiche
Dall’altezza non superiore ai 160 cm al garrese, l’andaluso presenta una testa dal profilo convesso, bella ed elegante, con occhi grandi ed espressivi, narici ampie e dilatate. Il collo è possente e arcuato, la spalla è di buona lunghezza e inclinazione, dalla possente muscolatura ma libera nel movimento, il garrese è ben pronunciato e la groppa muscolosa e dal profilo arrotondato. Il petto è aperto e il torace ampio e profondo, gli arti di media lunghezza sono forti e robusti, la coda e la criniera sono molto folte, lunghe e fluenti. Il manto più comune è di color grigio, ma si trovano esemplari anche in baio, morello e roano.
Dall’andatura elegante e saltellata, è un cavallo particolarmente adatto alle parate anche per quel suo portamento nobile e fiero. Grande rappresentante dell’Alta Scuola, è stato sempre un cavallo molto ricercato dalle corti reali proprio per le esibizioni equestri. Veloce, resistente e molto forte, l’andaluso è dotato anche di un carattere docile, di una spiccata intelligenza e di una sensibilità innata. Esemplare da sella e buon saltatore, lo si ritrova impiegato soprattutto nelle corride e per le passeggiate equestri. Come molte altre razze, è stato spesso usato per incroci e per migliorare altre tipologie, tanto che oggi il suo sangue si trova nel Lipizzano, nell’Alter Real, nel Lusitano, nell’Hannover, nel Cleveland Bay, nell’Oldenburg, nel Connemara, nel Welsh Cob, nel Frisone, nel Normanno e nell’Orlov, nonché anche in tutte le razze equine americane e in praticolare nel Criollo e nel Quarter Horse.