In questa guida spieghiamo come si difende un gatto.
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Come si difende un gatto: le differenze con il cane
I felini, a differenza del canidi, che mostrano un comportamento più nomade, tendono a stabilirsi in un territorio, a prenderne possesso e a controllare tutte le possibili prede come un’assicurazione sulla vita. L’importanza di mantenere il possesso di un’area è peraltro un leitmotiv di tutti gli organismi viventi – dalle libellule, che ingaggiano furibonde battaglie per difendere ritagli di stagno, ai pettirossi o al merli sempre pronti alla rissa se il vicino sconfina – che affidano la loro sopravvivenza alla possibilità di difendere il loro spazio vitale.
Anche i cani sono animali territoriali ma la loro dimensione di vita è, per cosi dire, “orizzontale”: i cani non hanno l’abilità nel saltare, nell’arrampicarsi, nel percorrere i cornicioni che, viceversa, caratterizza il piccolo felino. Un giardino recintato, un cancello chiuso, quattro pareti definiscono molto bene il suo territorio, lo chiariscono agli occhi di un cane, che deve solo preoccuparsi di salvaguardarne iI perimetro con azioni dimostrative, come abbaiare, ringhiare, marcare e via dicendo. In altre parole, il registro territoriale del cane si sovrappone perfettamente alle misure cautelative adottate dall’uomo per difendere il proprio territorio.
Noi umani siamo, seppure ormai solo parzialmente, rassicurati dalle leggi che difendono la nostra proprietà e da un insieme di meccanismi che la tutelano, come chiavi, cassaforti, cancelli, recinzioni, allarmi e via dicendo. Un gatto, che teme l’invasione del suo spazio da parte di un estraneo – evento talvolta facilitato dalla presenza di una gattaiola, di un abbaino, di una terrazza condivisa, di una finestra aperta o di giardinetti a schiera – prova la stessa sensazione di insicurezza che vivremmo noi se andassimo a dormire con le chiavi di casa appese esternamente nella serratura.
Nel caso del gatto, l’esistenza ha una dimensione verticale – aspetto che noi umani facciamo fatica a comprendere – il che trasforma ii territorio in qualcosa che non risente delle recinzioni o del perimetri artificiali. Per un gatto un cancello, una parete, una grata non sono elementi di confine, non rappresentano un ostacolo invalicabile. Ciò significa che, da una parte, non lo limitano nell’immaginare un territorio che si estenda oltre il margine della proprietà umana. dall’altra non lo rassicurano circa la possibilità che un altro gatto possa entrare scavalcando o saltando quegli effimeri ostacoli.
I sintomi del gatto che non sa difendere il suo territorio
La difficoltà a difendere il territorio o ad evitare l’invasione reiterata di altri gatti nel proprio spazio, determina nel gatto uno stato di ansia che si manifesta in diversi modi: eccesso di marcatura, deiezioni fuori della cassettina, irritabilità, comportamenti sostitutivi come leccamenti eccessivi o disfunzioni dell’apparato digerente. Quando ci troviamo di fronte a questi sintomi – che peraltro possono avere più cause – chiediamoci sempre se per caso non ci sia un problema di “ansia territoriale”, vale a dire se a causare quel problema non sia il fatto che il gatto senta minacciato il proprio spazio vitale. A volte è sufficiente chiudere l’accesso, la finestra o la gattaiola, oppure oscurare una vetrata per vedere miracolosamente scomparire il sintomo: padrone del suo mondo, il nostro beniamino riesce, infatti, a riprendere la sua sicurezza e le buone abitudini.